Il sogno, l’incubo e il risveglio

Quando il “Viaggiatore Viaggiante” non è all’opera, e cioè non è in viaggio, sogna.

Nella homepage di questo blog si legge: “Alla base di un viaggio c’è un sogno ..…”. E nel bel mezzo di quel sogno, il sogno si è trasformato in incubo. E’ arrivata la pandemia ! Ero giunto ad un buon punto, il progetto era quasi definitivo: la Norvegia in treno, ferry boat e aereo, isole Falkland e Svalbard. Crociera a bordo della Expedition, la stessa nave dell’Antartide, attorno alle Svalbard con sbarchi in banchisa e possibili incontri con orsi polari, navigazione verso la Groenlandia con sbarchi e visita ad un villaggio inuit, termine della crociera in Islanda. Tour dell’isola geotermica e bagni termali. Tutto cancellato, almeno per quest’anno. E fino a quando non ci sarà un vaccino … niente viaggi. Che tristezza, ma va accettata.

E la vita va vissuta, anche di fronte ad eventi imprevisti. Ai primi di marzo avverto che l’epidemia in Lombardia diviene sempre più pericolosa. Mi chiudo in casa un paio di giorni e poi decido di andare a Lillaz, frazione di Cogne, là dove la strada termina e la nostra civiltà lascia che la natura svolga il suo compito. Prati e montagne, torrenti e cascate, animali selvatici, flora di montagna. A marzo c’è ancora molta neve e quest’anno è particolarmente abbondante. Riesco a fare qualche sciata (di fondo) e una bella escursione completamente solitaria in Valleile calzando racchette (ciaspole) nel bel mezzo di una forte nevicata. Ma le autorità regionali anticipano la chiusura delle piste, bar e ristoranti. E così mi trovo solo in una frazione di circa 75 residenti. Qualche giorno più tardi arriva anche il divieto di passeggiare. Non si possono più percorrere sentieri, mi rimane solo la possibilità di fare la spesa nel piccolo supermarket e nei negozi. Vengo subito adottato dalla comunità locale, mi vengono dispensati sorrisi e sconticini. Qualche settimana più tardi mi vengono sottratti anche i sorrisi perché viene introdotto l’obbligo di indossare le mascherine. Ma la simpatia dei residenti rimane, il lei si trasforma in tu, qualcuno incomincia a chiamarmi per nome. Tutto sommato questa quarantena vissuta così non è neanche male. Mi mancano però le mie relazioni con amici e parenti e, prima di ogni cosa, mia figlia e le mie nipotine che nel frattempo affrontano le prime pappe. Il nonnino se le può godere solo con l’aiuto della tecnologia ma mi chiedo: cosa penseranno nel vedere il nonno in un piccolo schermo ?

E così ho voluto dedicare a Cogne, alla frazione Lillaz e a questa meravigliosa comunità alcuni articoli con l’intento di ringraziare tutti gli abitanti per avermi accolto con simpatia e ospitalità durante questi due mesi di isolamento dovuto al Covid-19.

NB.: le foto pubblicate in queste articoli sono state scattate con il cellulare durante i mesi di marzo, aprile e maggio 2020 durante la quarantena per COVID-19

Il parcheggio di Lillaz – domenica 15 marzo 2020
Il centro di Cogne al tramonto – 11 marzo 2020

Un pensiero su “Il sogno, l’incubo e il risveglio

Commenta