Il rientro a Nairobi ed i saluti

Torniamo a Nairobi per la strada più breve incrociando file infinite di camion che provengono dal porto di Mombasa. Salutiamo Joseph, il nostro bravissimo autista, e George, una guida molto professionale. Prima di lasciarci però ci organizza tutte le attività per il giorno seguente. Nel pomeriggio visitiamo il National Museum. La sala principale è dedicata ai mammiferi, al centro un elefante africano imbalsamato ed uno scheletro, sempre d’elefante. La sala certamente più interessante è quella dedicata allo sviluppo della razza umana. Ormai non ci sono più dubbi, l’origine della nostra specie si è verificata tra il lago Turkana (Nord del Kenia) e l’Etiopia. In una nuova sala sono esposti teschi di 2/3 milioni d’anni fa e la copia di due scheletri, inclusa la famosa etiope Lucy. Fossili e antichi utensili ci raccontano la nostra preistoria, io però sono attratto da una serie di pannelli che spiegano lo stato di evoluzione dell’uomo. In particolare mi colpisce l’ultimo: Mi sto evolvendo ? ….. La nostra evoluzione ha prodotto uno stupefacente primate, ma siamo così abbastanza intelligenti per assicurarci un futuro ? Con questa grande domanda che mi frulla nella testa ( io so che la risposta è NO! ) rientriamo in albergo. Le due signore canadesi passano la serata nelle loro camere. Con Matt, professore di Washington DC (non omette mai di dire D.C.), ceno nel ristorante dell’albergo scambiando una piacevolissima chiaccherata. Ma prima di cena, come gli avevo promesso già qualche giorno prima, gli ho offerto un “vun in du”, per i non milanesi un Campari col bianco, cioè uno in due. Matt già un paio di volte ha bevuto Campari e così ho voluto mostragli la nostra tradizione. Ho ordinato del vino bianco e con lo stupore del barista ho versato il Campari. E pensare che l’azienda che ha sede proprio di fronte a casa mia ha rifiutato di sponsorizzare il mio blog !

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