La mattina ritorno all’aeroporto di Wamena, per partire si deve entrare nella famosa sala d’imbarco tipo pollaio. Debbo onestamente dire che questa strana situazione è provvisoria. Il vecchio aeroporto è andato a fuoco 4 anni fa. La nuova aerostazione, molto moderna, è praticamente pronta, sarà inagurata tra qualche giorno dalle autorità. Vedo Wameak, anzi lui vede me e mi saluta. Un attimo dopo me lo trovo seduto accanto. Stessa maglietta e stesso cappello di quattro giorni fa. Saluti calorosi ed abbracci. Il volo è abbastanza puntuale e questa volta decido di pernottare a Sentani perchè è molto vicina
all’aeroporto, domani si riparte per Bali. Ho cercato di prenotare un posto in economy ma il volo
era tutto fully booked, così mi sono prenotato il volo in business in quanto la differenza di costo è minima ma il servizio a bordo è ottimo. Garuda Indonesia, per il secondo anno consecutivo, è stata riconosciuta la migliore compagnia aerea mondiale. Tovaglietta e tovaglioli bianchi, un vassoio perfetto ed a ogni servizio vengo chiamato Mister Oscar dalla hostess in gonna lunga fiorata. Attraversiamo di nuovo l’isola di Papua da Nord a Sud. Una distesa verde interrotta solo dai fiumi con le loro anse lunghissime. Verso Timika si vede una costa frastagliata dove da un lato c’è il verde della foresta e verso il mare spiagge bianche e calette. Il mare verso la costa ha un colore verde tenue ma diventa blu intenso al largo. Venti minuti di sosta a Timika e si riparte. Il cielo è molto limpido e ci consente di vedere il panorama sottostante. Isolette e isolotti, atolli, isole più grandi con la costa frastagliata, spiagge bianche col mare verde e blu. Insomma un grande sopettacolo. Notevole anche la vista di Bali arrivando da occidente. Questa volta decido di prendere una camera presso una home-stay a Jimbaran, immediatamente a Sud dell’aeroporto. Costo ridotto ed un ottimo servizio. Cinque minuti a piedi e sono in spiaggia, quattro chilometri di sabbia fine con alle spalle i Warung (ristoranti) di pesce. Appena arrivo non resisto e mi tuffo tra le onde e poi mi mangio del Nasi Goreng (riso fritto) con seafood ed un gambero grigliato. Per il giorno successivo mi sono prenotato un auto con autista. Prima mi faccio lasciare alla spiaggia Padang Padang dove è stato girato il film Mangia, prega, ama con Julia Roberts. Parecchi scalini per scendere la scogliera e poi si apre una spiaggetta di sabbia fine, lunga poco più di cento metri con scogli grandi e piccoli distribuiti sul mare. Riesco a trovarmi un posto all’ombra della roccia e poi mi tuffo in mare. Le onde sono molto forti, qualche decina di metri più in là molti giovani praticano il surf. Si riparte per la punta estrema sud-occidentale dell’isola per visitare il tempio di Pura Luhur Ulu Watu. Una vasta struttura che termina con una pagoda a tre tetti a picco sul mare. Dal tempio parte un percorso ricavato sulla rupe dal quale si gode un panorama stupendo arricchito dalle onde lunghe oceaniche che si infrangono sulla scogliera. Per concludere il periplo della penisola ci portiamo a Pantai Podowa. Una lunghissima spiaggia molto frequentata, forse anche troppo, ma prevalentemente da persone locali. A ridosso della spiaggia decine di chioschi che offrono bevande e cibi tradizionali. Rientro in albergo perchè mi debbo preparare per il volo notturno. Prima di lasciare Jimbaran mi reco sul lungomare presso un warung. All’entrata ci sono le vasche piene d’acqua con i pesci ed i crostacei da scegliere, vengono immediatamente pesati ed addebitati a peso. Io ordino una zuppa di pesce e da grigliare: cinque bei gamberi, una seppia e quattro grosse conchiglie. Tutto ciò sarà accompagnato da riso bollito e verdure. Si mangia sulla spiaggia con i piedi nella sabbia, un pò di musica live eseguita da quattro bravi musicisti. Io completo il quadretto con due calici di vino bianco locale. La vista sulla costa illuminata e l’arietta tiepida della sera rendono ancora più piacevole la serata. E’ questo il mio saluto a Bali, all’Indonesia, all’Asia.
Bella vita Oscar, isn’t it?
mi hanno detto che a Bali la vita è economicamente sostenibile, la sicurezza è sufficiente e il posto incantevole.
Ho saputo inoltre che sono presenti a Bali parecchi italiani, gruppi familiari che si sono trasferiti stabilmente sull’isola e che, per sostenersi in loco e al fine di sfuggire al mondo occidentale, hanno aperto alcuni dei ristoranti/chioschi sul mare di cui tu parli e che chiami giustamente “warung”.
Del resto cucinare è una nostra prerogativa e a noi italiani riesce particolarmente bene essere apprezzati per questo e per la nostra cordialità …. a volte un pò meno per altro, ma non si può essere amati da tutti.
A presto, buon viaggio e buon 2016
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