Vacanza al mare

Sono arrivato a Yangoon molto stanco e stressato. Le precedenti tre settimane in India sono state piuttosto pesanti. Negli ultimi anni ho imparato ad ascoltare il mio corpo e la mia mente, entrambi mi dicevano: fermati, riposati ! Così ho speso qualche giorno ad organizzare le tappe successive e mi son prenotato un albergo sulla costa occidentale del Myanmar. Lascio l’albergo nel primo pomeriggio, in taxi vado verso la bus station. C’è tutta la città da attraversare. Anche se son partito per tempo, a causa del traffico, arrivo all’ultimo secondo mentre il pullman sta già per partire. Mi aspettano cinque ore di viaggio. La strada scorre tra risaie e zone verdi. Ai lati della strada abitazioni (tipo palafitte in legno) costruite sui canali di irrigazione dei campi di riso. Dopo qualche ora una sosta mentre il cielo si colora di rosso, è l’ora del tramonto. Su un lato della strada una mega palafitta in legno, il perimetro è tutto illuminato da lunghi neon verdi. Attraverso un ponticello, anch’esso in legno, si accede al ristorante dove mangio riso fritto con verdure. Si riparte, ora è buio. Dopo qualche ora la strada è sempre più sconnessa, un lungo cantiere infinito. Ad un tratto inizia a salire tra curve strette e ponticelli larghi quanto il pullman. Più avanti una seconda sosta presso una baracca adibita a ristoro. La TV però è accesa e dà il calcio inglese, molto seguito quì in Myanmar. Faccio due passi e noto di essere sotto un mare di stelle in una notte buia. Si riparte ma non si arriva mai. Sul pullman è molto freddo (a causa della AC) mentre fuori la temperatura è molto mite. Ad ogni sosta ne approfitto per riscaldarmi un po’. Le cinque ore che mi aspettavo diventano una eternità. Si passa la mezzanotte … e oltre. Alle cinque del mattino un signore molto gentile mi chiede: quale è il tuo albergo ? Senza saperlo sono arrivato. Io mi aspettavo di arrivare in una città invece mi sono trovato direttamente sulla strada litoranea. Prendo la camera mentre già albeggia ed in spiaggia vedo molta agitazione. Sono troppo stanco e dormo qualche oretta. Al risveglio mi rendo conto di essere arrivato in un posto da sogno. Una spiaggia bianca lunga poco più di un chilometro, racchiusa da due piccoli promontori, alle spalle palme da cocco. La sensazione è di totale pace e tranquillità. Le megalopoli d’oriente, col traffico rumoroso e intasato, con l’aria resa quasi irrespirabile dagli scarichi dei motori, sono lontane ! Qui la spiaggia si agita la mattina all’alba. Urla e rumori di motori diesel rompono il silenzio notturno. Sono i pescatori che ritornano dopo una notte di lavoro, il bottino non mi sembra mai rilevante ma nessuno ha le mani o le ceste vuote. Tutto il resto della giornata passa tranquilla, anzi nelle ore più calde la spiaggia è praticamente deserta. Lungo la spiaggia solo due alberghi che ospitano una quindicina di turisti in tutto ed un paio di capanne adibite a ristorante con i tavolini sulla spiaggia. Il piacere di mangiare a piedi nudi tra la sabbia ! Io ovviamente scelgo tra i due quello che mi sembra essere il più locale. Infatti è gestito da una famiglia birmana, a tavola mi serve un ragazzetto sempre molto gentile mentre il fratellino più piccolo, due anni scarsi, gioca tra e sotto i tavoli. La cucina non è sofisticata, al contrario molto semplice e locale ma i piatti sono da ricordo. Tutto a base di pesce e verdure, riso e poco altro, ma molto, molto piacevole. Zuppe di pesce, grigliatine, insalate di mare o piatti a base di curry. Speciale è stato un piatto di gamberi con curry e succo di cocco, un agro-dolce molto particolare. Sulla spiaggia la vita riprende solo verso sera quando qualcuno incomincia a passeggiare, i ragazzi giocano a calcio, i pescatori risalgono in barca e riaccendono i loro motori. Uno sbuffo di fumo nero e via, verso il mare aperto. Verso le sei inizia lo spettacolo naturale del tramonto. Il cielo varia più volte i sui colori e nel giro di un’oretta è buio, è notte. All’orizzonte si vedono le luci delle lampare, allineate le une alle altre, distribuite un po’ alla rinfusa. Dall’orizzonte si apre un emisfero completamente illuminato da miliardi di stelle e piccoli corpi celesti che va a infrangersi disordinatamente sul lato opposto tra le foglie delle palme che ormai sono delle ombre nere in leggero movimento. Il caldo della giornata è passato, una leggera brezza, quasi tiepida, rinfresca ogni serata. Ieri, l’ultimo giorno, il responsabile del ristorante dell’albergo (dove facevo solo colazione) mi invita a cena. Tutto offerto e senza un preciso motivo, solo per cortesia, così, per lasciare un buon ricordo. Mi servono una insalata tropicale, una zuppa di pesce piccantissima (da fuoco sulle labbra) ed un pesce presentato sul piatto come fosse una barca, circondato da un sughetto di verdure, peperoni verdi piccanti e del riso bollito che solo in parte riesce a spegnere il piccante. Ritorno a Yangoon questa volta molto più comodamente su un aereo. La vacanza di mare è terminata, ora mi aspetta l’avventura birmana.

9 pensieri su “Vacanza al mare

  1. Ciao zio con i tuoi racconti e le foto incredibilmente suggestive regali dei piccoli pezzi di questa avventura anche a noi .
    E’divertente seguirti …..continua così viaggiatore !!!!
    Omar Marta Angelica ciao ciao

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    1. Grazie a tutti voi parenti, amici e conoscenti, la vostra vicinanza ed il vostro supporto mi aiutano a perseguire. Purtroppo anche qui la linea e’ molto instabile per cui gli aggiornamenti sono ritardati. Un caro saluto a tutti da Mandalay, Nord Myanmar

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  2. Il giusto riposo del viaggiatore, ristorare anima e corpo sono parte integrante del viaggio; così si apprezza quello che è stato già fatto si allenta la tensione sugli incovenienti, immancabili in un viaggio di questa natura, e si valorizzano i ricordi piacevoli preparandosi al nuovo che attende di essere esplorato e vissuto.
    Un forte abbraccio amico mio.
    Gianni

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  3. Ciao Oscar siamo contenti che la tua avventura sta andando bene e che ti sei rilassato un giorno al mare.
    Ti seguiamo sempre ………….mi raccomandooooooooo!!!!!!
    un bacione e un grosso abbraccio
    Lori Martina Franco

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    1. Direi che si potrebbe confondere questa pagina di diario del viaggio con una pagina di un romanzo d’avventura. Buona prosecuzione del viaggio ed in bocca al lupo per le prossime tappe del tuo sogno ad occhi aperti.

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