Calcutta

Lascio l’Assi Ghat di Varanasi verso le nove di sera. Vado in tuk tuk verso una stazione ferroviaria fuori città. Sono 16 km da percorrere e fa piuttosto freddo. Arrivo in stazione per tempo, il treno dovrebbe partire a mezzanotte. Alle 11 ancora non ci sono notizie, il treno arriva da Bombay ed è in ritardo di due ore, poi quattro, poi sei. Mi sento perso ! Nella stazione dormono e bivaccano per terra centinaia di persone. Non so che fare, vado al binario 2 dove dovrebbe arrivare il treno. Passo la notte in bianco e finalmente il treno arriva alle 7 del mattino. Nonostante l’orario vince la stanchezza. Riesco a dormire qualche oretta in cuccetta ed arrivo a Calcutta con oltre sette ore di ritardo. Calcutta, ora Kolkata, è stata la capitale dell’India durante il dominio inglese. Ora è una grande megalopoli da 17 / 18 milioni di abitanti, in continua crescita. Traffico rumoroso e congestionato, la solita architettura, il solito degrado. Riesco a trovare una escursione nella giungla ad un prezzo interessante. Si parte la mattina, tre ore di mini-bus attraverso risaie e piccole città col traffico bloccato dove riusciamo a passare a malapena. Arriviamo sul fiume e lo attraversiamo su un barcone chiamato ferry, 20 minuti di motocarro poi altri 10 minuti in barca a motore. Un viaggio molto vario ed emozionante. Siamo in cinque: io, una coppia di americani e due giovani indiani. Arriviamo al villaggio, prendo possesso della capanna nella quale dovrò passare la notte, al limite della mia accettabilità igienica. Passeggiata nel villaggio tra le risaie e le povere case. Tutto attorno prevale il verde: risaie, banani, palme. Segue una escursione in barca tra la laguna fino al tramonto. Il cielo si colora di azzurro intenso, di rosa fino ad un rosso infuocato. Le nuvole disegnano delle figure in continua evoluzione. Rientriamo nel villaggio, cena vegetariana, musica e canti tradizionali eseguiti da un trio. Chiudiamo la giornata con una lunga navigazione notturna tra le mangrovie. Purtroppo il cielo è nuvoloso e mancano le stelle. La mattina successiva partenza all’alba in battello. A noi si aggiungono altri nove indiani di Bombay in vacanza. Attraversiamo il Sundarban Tiger Reserve, una vastissima area di laguna formata da grandi isole verdi nel West Bengala. Qui sopravvivono circa trecento tigri. Dal battello riusciamo a vedere diverse tipologie di uccelli, cervi e qualche coccodrillo. Il più grosso lo scorgiamo nettamente sulla spiaggetta di fronte a noi. Se ne sta fermo a prendere il calore del sole quando improvvisamente si tuffa nelle acque della laguna e sparisce. Ci fermiamo presso un paio di torri di avvistamento di tigri. Eravamo tutti consci che la vista di un felino sarebbe stata praticamente impossibile. L’ultimo avvistamento, durato nove minuti, è accaduto il 21 ottobre, due in luglio, uno in agosto. Tocchiamo terra che è già buio. Rientriamo in città in auto, prendo albergo lungo la Sudder Street, una delle vie più tipiche. In un piccolo baretto dove prendo un the riesco a prenotarmi il treno per Darjeeling. Prima di lasciare Calcutta voglio rendere omaggio al premio Nobel Madre Teresa. Mi reco presso la Casa Madre. L’esterno è grigio e insignificante ma all’interno si incontrano le suore con la tradizionale veste bianca e striscia blu. Tutte attive e sorridenti. Più tardi le intravederò in una sala del primo piano intente a pregare. Nel cortile, sulla destra, la tomba di Madre Teresa. Marmo bianco ed una lapide, sopra una scritta fatta con dei fiori gialli: Jesus lives in you. Più avanti un piccolo museo con la storia di madre Teresa, vecchie fotografie ed oggetti personali. Di fronte è visitabile la semplice camera dove alloggiava.

3 pensieri su “Calcutta

    1. Ciao Oscar, non ho ancora avuto conferma del fatyto che tu riceva i miei messaggi ma non importa, mi è sufficiente essere i viaggio con te attraverso i tuoi post e le tue foto.
      Spero che allegherai qualche foto del Casa Madre dove riposa Madre Teresa e che poi ci rellegrerai postando tante foto del “treno per Dajierling”.
      Ciao Guglielmo

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