OSH E IL SULEIMAN TOO

Osh, la seconda città del Kirghizistan, è dominata da un rilievo montuoso a cinque punte: il Suleiman Too. Per secoli è stato un importante centro di pellegrinaggio per i musulmani, pare che ci passò perfino Maometto. Nella roccia è stato scavato il Museo delle Grotte al cui interno troviamo vecchie fotografie, simboli religiosi, una minuscola grotta che dovrebbe favorire la fertilità delle giovani donne, alcune ricostruzioni di ambienti preistorici ed una esposizione di animali imbalsamati. Un’aquila, lupi, cinghiali, un ibex identico ai nostri stambecchi ed un camoscio che sembra quelli che incontro a Cogne. Dalla terrazza esterna si gode il panorama della città circondata da monti. Poco sotto una moschea con cupola verde e minareti con cupole dorate. Evito di entrare perché è venerdì ed è in corso la preghiera. Al suo fianco un vecchio cimitero. All’interno di un parco è stata allestita una yurta a tre piani. E’ assolutamente una rarità, forse è l’unica al mondo. La porta d’ingresso è chiusa ma credo di non perdere nulla in quanto all’interno ci sono un ufficio turistico e qualche negozietto. Al margine del Parco Petrovsky si può ammirare una delle poche statue di Lenin dell’Asia centrale. Imponente, eretta su una grossa base geometrica mostra lo storico rivoluzionario con una mano appoggiata al bordo del giaccone e l’altra rivolta verso il mondo. Posta a circa 950 metri d’altezza Osh ha un clima mite. La gente del posto ritiene che la città sia più antica di Roma, dichiarazione che avevo già incontrato ad Erevan, capitale dell’Armenia. La fondazione viene attribuita a re Salomone (Suleyman) oppure ad Alessandro Magno. Questa diatriba non mi interessa, quel che è vero è che la città per secoli fu uno dei centri nevralgici della Via della Seta.

La yurta a tre piani
Bianco e nero

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