KASHGAR

Questa volta devo proprio ringraziare Beppe e Filippo Tenti di Overland. Sono stati loro che grazie ad un bellissimo documentario mi hanno segnalato questa destinazione. In seguito a ciò ho leggermente variato il mio itinerario: attraversare il Pamir anziché passare più a Nord attraverso il Kazakistan. Kashgar, che qui chiamano Kashi, per due millenni è stata l’epicentro di scambi culturali e commerciali nonché tappa obbligata lungo la Via della Seta. Ancora oggi il mercato della domenica è un importante evento, sempre visitatissimo. Purtroppo io arrivo di lunedì. Posta a circa 1.300 metri slm ha un clima caldo ma non umido e soffocante, la sera poi si rinfresca. Tutto gravita attorno alla Old Town che è il cuore della città.  All’interno si trovano ancora moltissimi esempi di architettura locale, le case hanno dai 50 ai 500 anni di storia, strade strette e vicoli, tutto pedonalizzato. Le case tradizionali raramente superano i due piani ed erano costruite con legno e terra, il colore tradizionale era il giallo ocra. Verso l’esterno hanno balconi in legno e all’interno dei cortili le balconate sono dipinte. Purtroppo il governo nel corso degli ultimi venti anni ha investito grossi capitali per abbattere le vecchie case e costruire palazzi moderni. Una barbarie. Comunque l’area resta tutt’ora visitabile ed è molto ampia. Musica araba, abiti occidentali ma anche in stile russo-arabo, luci e odore di carne alla griglia. Un feeling da mille e una notte, soprattutto la sera. Impossibile descrivere tutto ciò che avviene all’interno della Old Town che ha ancora delle massicce mura e porte ad arco che resistono da oltre 500 anni. Si incontrano negozietti che vendono ogni tipo di mercanzia, piccoli laboratori con artigiani al lavoro secondo le tradizioni del popolo Uygur che si è insediato a Kashi da parecchi secoli. La tradizione della lavorazione del ferro è ben raccontata all’interno di un piccolo museo. E poi sarti, incisori, panificatori e macellai con i loro pezzi di carne appesi sul fronte della strada. La macellazione qui ha una forte tradizione, moltissimi sono i ristoranti o i piccoli chioschi che offrono spiedini. Ce ne sono di tutti i tipi: carne di manzo, di agnello, di pollo ed anche di uccelli. In alcuni angoli il fumo e l’odore riempiono l’atmosfera ed io lo trovo affascinante. Tutti i ristoranti hanno stufe all’aperto dove bollono diversi tipi di brodo all’interno di pentolini smaltati di colore bianco con tante raffigurazioni, fiori ma anche Mao. Cinesi mangiatori di riso e pasta ma qui anche di pane. L’impasto viene tirato a vista e quando è pronto viene infilato nei forni a bordo strada. I forni sono come quelli che ho visto in Georgia dove si produce il pane più buono del mondo (secondo la mia esperienza). I forni sono cilindrici, aperti in alto e profondi circa un metro, nel centro fuoco e carbonella. L’impasto viene appeso alle pareti per la cottura che è abbastanza breve. In Georgia la forma del pane è ovale, qui invece è rotonda e di diverse grandezze. Alcuni poi offrono una specie di panzerotto ripieno di carne d’agnello speziata, non molto grande, circa 7/8 cm. Questi vengono cotti nella parte superiore del forno che è un po’ incurvata verso l’interno sfidando così anche la legge di gravità. Una volta cotti vengono poi estratti con fatica staccandoli dalla parete del forno. Si trovano anche venditori di caffè. Uno di questi ha una macchina espresso italiana, un secondo espone una caffettiera Bialetti. C’è anche molta frutta: angurie e meloni, arance e molto melograno da cui si estrae anche il succo. All’interno di una casa tradizionale si tiene uno spettacolo in costume dove si esibiscono un ragazzo col tipico costume da ballo russo di colore giallo e tante ballerine con abiti lunghi e ampie gonne. Ballano roteando ma anche sceneggiando storielle divertenti. Una ragazza balla girando su se stessa, indossa una ampia gonna e regge delle tazze sulla testa. Tutto avviene mentre agli spettatori viene servito the, fette d’anguria, un dolcetto, uva secca e noci. Al termine del breve spettacolo giù tutti in pista a ballare. Vengo spinto anch’io e si balla tutti attorno, ballerine e spettatori. Io sono sempre restio a farmi coinvolgere ma devo ammettere che alla fine è stato molto divertente.     

Pani sul fronte e pasta ripiena di agnello speziato

Un pensiero su “KASHGAR

  1. Ciao Oscar, che meraviglia!

    Sono stato anch’io un paio di volte da quelle parti ma per lavoro.Come un pezzo di Turchia in Cina

    Leggo sempre con interesse i tuoi post.

    Buon viaggio

    Massimo

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