GLI ICEBERG

“Tutte le cose grandi nascono piccole”. Così si intitola la descrizione che trovo nello Icefjord Centre di Ilulissat che prosegue: “Un iceberg inizia da un fiocco di neve … Una gocciolina d’acqua evaporata, proveniente da chissà dove, viene portata dal vento fino in Groenlandia. Nelle fredde nuvole artiche l’acqua diventa un cristallo di ghiaccio. Il cristallo di ghiaccio si lega con altri cristalli e diventa così pesante che cade su uno strato ghiacciato … E, come parte di una grande massa di ghiaccio inizia il suo lungo viaggio nel ghiacciaio che in seguito si spezza. Prende così forma l’iceberg. L’iceberg galleggia, naviga e si fonde. E così la gocciolina ritorna a far parte della grande massa d’acqua. Il ciclo continua ininterrottamente. Il ghiacciaio Sermeg Kujalleq, posto alla fine dell’Ilulissat Icefjord, e i tanti iceberg … creano le condizioni ideali per lo sviluppo della fauna marina. Quando un iceberg si stacca dal ghiacciaio e rovina in mare crea una turbolenza che muove l’acqua dal basso verso la superfice. Questo movimento favorisce lo sviluppo del plancton e delle alghe marine che attraggono i crostacei che a loro volta diventano cibo per pesci, foche e balene.” E le balene hanno attratto cacciatori, commercianti, esploratori, ricercatori… Veniamo al centro espositivo. Lo Icefjord Centre è costituito da un grande e bellissimo stabile tutto legno, ferro e grandi vetrate. Progettato da una architetta danese venne inaugurato nel 2019. L’edificio ricorda le ali di un uccello distese sul terreno e le vetrate consentono uno scambio continuo tra il visitatore e la natura circostante. Il Centro ospita la mostra permanente della “storia del ghiaccio” ed una sala dove viene proiettato un interessante documentario scientifico. Teche in vetro soffiato a forme irregolari mostrano reperti archeologici e la formazione degli iceberg. Al centro della sala sono esposti sei carotaggi di ghiaccio mantenuti ad una temperatura adeguata. Dopo una passeggiata sul tetto in legno si imbocca una lunga passerella che conduce i visitatori fino al bordo del fiordo. Dopo un centinaio di metri vi è posta una piastra metallica che segnala l’entrata nell’area protetta dall’Unesco. La passerella attraversa un’area verde con pozze d’acqua ed una flora molto nordica. Una scala in legno porta sulle rocce dalle quali si possono ammirare decine di enormi iceberg, alcuni alti più di 150 metri. La vista è immensa, lo spettacolo è da mozzafiato. Il ritiro del ghiacciaio è in atto dal 1850 ma è altrettanto evidente che la formazione di iceberg è continua. Da questo punto gli iceberg iniziano un lungo percorso attraverso la baia di Baffin, il Mar del Labrador, per finire nell’Oceano Atlantico Settentrionale. Questi iceberg si possono trovare dalla Norvegia fino al Portogallo. Nel 1921 un iceberg raggiunse le coste delle Azzorre! Ma nell’aprile del 1912 uno di questi blocchi di ghiaccio si trovava tra il Canada e la Francia. Durante una notte stellata una bellissima e velocissima nave stava navigando in questa zona. Gli addetti agli iceberg erano privi di binocoli e videro l’immensa montagna bianca in ritardo. L’allarme arrivò in plancia di comando troppo tardi. Ci fu un errore di manovra e la nave urtò l’iceberg. Il ghiaccio causò un enorme squarcio nella carena che nessun progettista avrebbe mai immaginato. Quella nave si ruppe in due tronconi, precipitò in acqua e si inabissò. Tutto questo si svolse nel giro di un paio d’ore. Quella notte morirono più di 1.500 persone. Quella bellissima e velocissima nave era il transatlantico Titanic.   

La sera invece gli iceberg me li vado a vedere in battello. Si parte alle 21 e appena usciti dal porto il comandante fa lo slalom tra il ghiaccio, il mare è calmissimo, temperatura accettabile, vento moderato. La guida, una giovane danese, dà un po’ di ragguagli storici e scientifici per poi passare alla preparazione di un drink molto particolare. Sdraiata sulla piattaforma posteriore del battello raccoglie dal mare alcuni pezzi di ghiaccio che poi rompe per metterli nei bicchieri. Versa una tisana preparata con erbe locali e ci aggiunge del gin. Il liquore viene prodotto in Danimarca ma utilizzando l’acqua ricavata dai ghiacci di Ilulissat. Il risultato è una bevanda molto piacevole. Il sole illumina ancora bene gli iceberg che si susseguono l’uno dopo l’altro. Le dimensioni e le forme sono le più svariate. Con la fantasia si può immaginare ogni cosa ma uno piccolino aveva la forma di un coniglietto. Alcuni gabbiani volano in cielo o si lasciano galleggiare sul pelo dell’acqua. Si vede in lontananza qualche altro battello che scompare dietro un iceberg per poi riapparire. Il cielo è blu spezzato da qualche nuvola, il sole brilla ancora in cielo, sta per arrivare la mezzanotte. L’ultimo tratto, sgombro dai ghiacci, lo percorriamo ad alta velocità, a circa 25 nodi. Un brusco rallentamento e rientriamo in porto.      

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