NUUK – LA CAPITALE

Nonostante i ritardi e le cancellazioni dei voli arrivo a Nuuk, anche se con un giorno di ritardo. Per i danesi il nome della città è Godthab, che significa “buona speranza”, ma venne sostituito nel 1979 dal governo locale con Nuuk che invece significa “capo”. La città è infatti posta al termine del fiordo Nuup Kangerlua ed è circondata da montagne innevate. Siamo nella Groenlandia occidentale che si affaccia al mare del Labrador e quindi al Nord del Canada. Sede del governo locale la città ha recentemente superato i 19.000 abitanti che rappresentano circa un terzo della popolazione dell’isola. I residenti sono in continuo aumento e la necessità di nuove case è confermata dall’enorme numero di gru che si possono vedere ovunque. Città moderna, forse troppo, e un po’ fredda, non solo per il clima. In centro una strada pedonale dove si affacciano molte attività: il Katuaq Culture Centre sito in uno stabile moderno che ricorda un’onda, e il Nuuk Centre, il palazzo più alto e più grande di tutta l’isola che ospita un centro commerciale. Un ambiente molto nordico, pulito e tranquillo fino a quando tutto a un tratto sento urla e canti. Ad infrangere il silenzio sono gli studenti delle superiori che oggi si sono diplomati. Una lunga e festosa catena umana composta da ragazzi con pantaloni neri e camice bianchissime e ragazze in abiti tradizionali dai mille colori con stivali vintage in pelle bianca. Tutti portano un baschetto bianco. Nel “cafè” ,dove famiglie e gruppi di giovani pranzano, il piatto più popolare è la pizza. Di fronte invece c’è il Caffè Pascucci, più sobrio, dove vengono serviti espressi e cappuccini. Poco più avanti la cattedrale luterana, il solito stabile in legno rosso ed una torre che termina con un tetto a piramide. All’interno panche grigie ed un semplice altare. Entra una famiglia con un neonato ed un pastore donna in maglietta tiene una lunga predica. Nel mezzo della navata, di fronte all’altare, una brocca con l’acqua, si tratta di un battesimo celebrato senza molta enfasi. Di fronte alla cattedrale il mare blu, rocce e una piccola spiaggetta. Poco più in là il Museo Nazionale della Groenlandia. All’interno una grande raccolta di reperti storici dell’antica cultura locale: abiti tradizionali, ambientazioni molto ben eseguite e antiche barche con lo scheletro in legno ricoperto da pelli foca. Non può mancare una completa collezione di kayak. Il pezzo forte del museo sono senza dubbio le mummie di Qilakitsoq. Scoperte casualmente nel 1972 da una coppia di fratelli cacciatori, risalgono a circa 500 anni fa. Quattro corpi di cui una mamma col proprio bambino di circa sei mesi. E’ interessante notare come la storia di questo paese sia stata influenzata dall’arrivo degli islandesi, norvegesi e soprattutto dai danesi, ma in modo anche più rilevante dai cambiamenti climatici: prima l’epoca dei cacciatori e del clima mite, poi l’arrivo della piccola glaciazione caratterizzata da una forte riduzione della popolazione, e infine, la deglaciazione che ha favorito l’arrivo dei coloni e la modernità.

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