IN ELICOTTERO

La mia prima esperienza in elicottero si fa sospirare. Qui a Kulusuk splende un bel sole ma tra l’isola omonima e quella di Angmagssalik c’è nebbia. I voli sono bloccati, continuo a ricevere sms dalla compagnia che annunciano un ritardo dietro l’altro ma non arriva nessun volo da Tasiilaq. A metà pomeriggio ricevo l’informazione definitiva: oggi tutti i voli sono cancellati, se ne riparlerà domani. Mi riportano in albergo dove ormai mi sento a casa mia. Verso sera la nebbia arriva anche qui ma le vette più alte riescono a emergere. La mattina successiva di nuovo in aeroporto, ci potrebbero essere delle possibilità. Tutto lo staff si dà da fare ma i voli sono già pieni, è certa la mia partenza entro sera ma dovrei farcela anche prima. Mi viene consegnata l’ultima carta d’imbarco, il nuovo orario di partenza è fissato alle 13,30. E’ la volta buona. Beste, la signora turca al banco del check-in, mi sorride e mi augura buon volo. L’elicottero rosso della Air Greenland è nella sua postazione. Dieci passeggeri in tutto, riesco a prendere un posto accanto al finestrino. Il pilota in tuta nera ci chiede di allacciare le cinture e mi spiega come rimuovere il finestrino in caso di necessità. Bisogna tirare il nastro rosso ma poi aggiunge: non succederà. Il pilota prende posto, si infila il casco mentre noi indossiamo le cuffie contro il rumore. Un paio di minuti con le pale in rotazione e poi lentamente si alza. Una virata e siamo sul mare. Si superano scogli, isolotti, ghiacci e sul fondo montagne innevate. Un panorama mozzafiato, l’altitudine di volo è di circa quattrocento metri. Dieci minuti e siamo sopra Tasiilaq, scendiamo dolcemente e le ruote toccano terra. 

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