Groenlandia sud-orientale, arcipelago di Ammassalik. Kulusuk è il nome dell’isola (8 x 11 km di estensione, la più meridionale dell’arcipelago) ma anche del villaggio principale. Un territorio molto esposto ai venti freddi del Nord-Est, affacciato all’oceano Atlantico e all’Islanda. Non ha particolari attrattive se si escludono le vedute particolarmente suggestive sui piccoli golfi e sul braccio di mare che la separa dalla vicina isola. Kulusuk ospita però l’unico aeroporto della zona, o meglio un air-strip: una pista in terra battuta dove possono atterrare piccoli aerei e gli elicotteri da/per Tasiilaq. Quattrocento abitanti complessivi, tutti di origine inuit. Dall’aeroporto una strada sterrata conduce allo hotel, proseguendo nella medesima direzione si sale un dosso al culmine del quale si trova un cimitero. Un centinaio di croci in legno, tutte bianche, tutte uguali. Non un nome, non una data, in accordo alla tradizione inuit. Solo fiori, niente marmi o monumenti, solo qualche sasso bianco che delimita l’area dove il corpo è stato seppellito. Silenzio assoluto, sento solo il vento che sibila tra le croci. Scendo il dosso e sulla sinistra trovo un laghetto che sembra alpino ma è solo a due passi dal mare. Dopo una curva a destra appare un panorama splendido: il villaggio con le sue case colorate affacciate alla baia con un mare blu intenso e tanto, tanto ghiaccio. Un paio di curve e incontro cani da slitta sdraiati beatamente al sole, poco più avanti ancora qualche croce bianca affacciata al mare. Sui bordi della strada slitte in legno per cani e motoslitte, l’antico si mescola col moderno. Casette rosse, gialle, blu, un caleidoscopio di colori. Al numero 92 si trova la chiesa luterana costruita agli inizi del ‘900. Legno tinto di rosso, finestre bianche e tetto grigio. Mi affaccio sull’altro lato dell’isola, il mare si apre, i ghiacci sono meno intensi. Non ci sono luoghi di ritrovo a Kulusuk, niente bar o locali pubblici. Vedo una scuola piuttosto moderna, uno stabile accoglie l’ufficio postale ed un piccolo store. E’ sabato pomeriggio, tutto chiuso fino a lunedì. Incrocio la signora Justine che mi saluta e sfoggia un inglese basico, due ragazzetti girano in bicicletta, incontro un ubriaco, due cuccioli di cane mi fanno una gran festa. Rientrato in albergo all’ora di cena mi siedo vista mare. Un francese trasferito a Nuuk da cinquant’anni mi racconta tutta la sua vita ma anche interessanti dettagli groenlandesi. Attendo la mezzanotte in camera seguendo il movimento del sole che da Ovest si muove verso Nord. Arriva la bassa marea e i blocchi di ghiaccio che prima galleggiavano sull’acqua si arenano sulla terraferma mostrando anche quel 90% che rimane sotto il livello del mare. Verso le undici il sole si nasconde dietro le montagne. Le poche nuvole assumono una leggera colorazione rosa, la luce del sole si sposta sempre lungo la direttiva Ovest-Nord-Est. A mezzanotte i colori sono tutti tenui, le rocce scure, il cielo rimane chiaro, il mare azzurro-grigio. Al risveglio, la mattina seguente, il sole è già alto. Le montagne ancora parzialmente innevate si riflettono nitidamente in mare. Dopo colazione cammino verso Est, in direzione opposta a quella del villaggio. Supero qualche piccolo insediamento industriale, terminano i sentieri tracciati. Il terreno è molto morbido e si alterna a rocce scure. Licheni e cuscinetti di muschio con fiori gialli, azzurri o violetti. Attraverso qualche nevaio e guado rivoli d’acqua che si riversano in mare. Ikasgrtik è il braccio di mare che unisce Tuno all’oceano e che divide Kulusuk dall’isola posta a Nord. L’acqua marina è ghiacciata e di fronte a me vedo alcuni iceberg di grosse dimensioni, alti anche alcune decine di metri. Monumenti di ghiaccio dalle forme più impensabili, bianchi con sfumature d’azzurro, immobili in assenza di correnti. Il cielo è sempre blu, il vento soffia in continuazione ma non provo una sensazione di freddo. Al rientro incrocio il responsabile dell’aeroporto con la collega turca. Mi raccontano che la domenica l’aeroporto è chiuso e che il personale oggi è andato a Tasiilaq per una partita di calcio. Ieri, verso sera, i voli in elicottero sono stati sospesi a causa del forte vento ma loro sono molto fiduciosi per domani. Lo sono anche io.
