LA “SVALBARD BRYGGERI” – Una degustazione nel birrificio

“How we changed the law to make the real polar beer”

Come abbiamo cambiato la legge per produrre la vera birra polare.

Cambiare la legge! Questo era l’imperativo che si era posto Robert, il fondatore del birrificio delle Svalbard. A 22 anni arriva a Longyearbyen per lavorare alla miniera 3, ci rimane per 12 anni. Ha una licenza di pilota ma non trova lavoro, passa un anno in Svezia ma anche lì non ha fortuna, fa un viaggio in sottomarino e se lo compra, ritorna a Longyearbyen e finalmente riesce a fare il pilota. Ma Robert ha un sogno: produrre birra alle Svalbard. Purtroppo il sogno di Robert è destinato a restare una chimera perché, dal 1928, per legge è vietato produrre alcoolici sull’arcipelago. Robert non demorde, nel 2007 presenta una domanda al Ministero della Sanità al fine di superare il divieto. Per risposta riceve un’infinita serie di NO! La sua cocciutaggine non ha limiti, la legge deve cambiare, insiste, continua a presentare domande. E alla fine così succede. Dopo tanto battagliare nel 2014 ottiene il risultato tanto desiderato. Il 7 agosto del 2015 si produce la prima birra alle Svalbard. E’ una birra un po’ speciale perchè il 16% dell’acqua utilizzata per la produzione è da considerare “acqua glaciale”, cioè acqua direttamente ottenuta dal ghiacciaio Bogerbreen che ha 2.000 anni di storia. E siccome le birre sono molto condizionate dalla qualità dell’acqua (è l’ingrediente prevalente, circa il 90%), le birre prodotte localmente hanno un gusto … speciale. Il malto, altro ingrediente molto importante perché è quello che caratterizza il prodotto, proviene dalla Finlandia mentre il luppolo è di origine americana. Attualmente l’azienda ha quattro dipendenti, Andrea è il mastro birraio, i soci sono Robert e Anne Grete, sua moglie. Le tipologie di birra prodotte localmente sono otto alle quali si aggiungono alcune varianti prodotte in occasioni di eventi culturali o feste tradizionali, come il Natale o la “dark season”. Una menzione speciale la merita la Gruve 3 Stiger, Vol.: 11%, dedicata alla miniera 3 dove Robert lavorò per dodici anni. La birra della Svalbard Bryggeri viene consumata in loco, spedita in Norvegia, esportata in Svizzera e distribuita in tutto il mondo da Mack di Tromso. Ed ora passiamo alla degustazione. Si sale al piano superiore dello stabile dalla cui vetrata si vedono le caldaie, i fermentatori e i serbatoi, tutto rigorosamente in acciaio. Sui tavoli sono già pronti i cinque bicchieri, la nostra ospite spilla le birre secondo una sequenza consolidata da tempo:

Pilsner: Vol. 4,7%, leggermente dolce e fruttata. Consigliata per pizza e pasta 😊

Weissbier: Vol. 5,5%, chiara, non filtrata, molto fruttata

Pale Ale: Vol. 4,7%, più scura, prodotta con malto caramellato, fruttata, gusti di frutti tropicali

IPA: Vol. 7%, molto fruttata

Stout: Vol. 7%, molto scura e pastosa, ricorda la Guinness, piuttosto dolce

E al termine della degustazione, non soddisfatta, una ragazza del gruppo di austriaci che con me partecipa all’evento, chiede di assaggiare anche la Christmas Beer. Skoal, come si dice da queste parti. Salute     

Da dx verso sx: Stout, IPA, Pale Ale, Weissbeer, Pilsner
Skoal

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