Tromso, estremo Nord Norvegia. Latitudine 69° 56’ Nord
Il sole sorge alle 10,34 e tramonta alle 12,26
Temperatura: minima – 9,4° massima -2,1° Meteo: neve, coperto e rare schiarite
Tromso viene definita la “porta dell’Artico” ed in effetti è sempre stato il punto di partenza delle prime spedizioni polari, Amundsen incluso. Per me rappresenta il trampolino di lancio verso le isole Svalbard. Città moderna, Tromso, ha però avuto il merito di conservare le tipiche case tradizionali in legno con tetti spioventi e tinteggiate con svariati colori. Nella piazza centrale si trova la Domkirke, una grande chiesa in legno con un bel campanile che termina con un puntale verde. Sul retro, rivolta verso del mare, la statua di Ronald Amundsen. Si percorre la Storgata, la via centrale, per raggiungere il Museo Polare (Polarmuseet). Uno stabile in legno di colore rosso affacciato al porto risalente al 1833 e adibito a magazzino doganale fino al 1970. Nella prima sala sono state ricostruite due tipiche ambientazioni: la prima mostra un cacciatore di renne con la sua preda e la seconda una baracca dell’epoca con alcuni personaggi e tanti interessanti particolari: attrezzi, pelli, animali. Segue la ricostruzione di una scena di caccia alle foche, molto ben fatta ma impressionante per la sua brutalità. Nelle sale successive tante fotografie storiche, i racconti delle spedizioni polari, modelli di dirigibili e vecchi aerei. E’ stata poi ricostruita una scena davvero raccapricciante: una trappola per orsi bianchi con tanto di animale imbalsamato. In una lunga scatola di legno veniva posta una attraente fetta di carne, quando l’animale arrivava per prendersela tirava una corda legata al grilletto del fucile che, ovviamente, sparava dritto alla testa dell’orso. Nel frattempo all’esterno si è fatto buio, le luci della città si riflettono sul mare, la temperatura rimane rigida e il cielo coperto. Andando oltre il centro si giunge alla fine della Storgata dove si incontra l’Olhallen Pub. Un’antica birreria annessa alla fabbrica, la Mack Olbryggeri. Fondata nel 1877, è da sempre una istituzione della città, un centro di attività e di storiche ubriacature. Mack produce tutt’ora 18 tipi diversi di birra che vengono consumate in tutta la Norvegia ed esportate in tutto il mondo. L’ambientazione della vecchia bottega è stata ben conservata con mattoni a vista e soffitti ad arco. La visita inizia con un documentario che racconta la storia del birrificio, una storia tutta famigliare che passa di generazione in generazione. E la voce narrante è proprio quella di un vecchio erede. Si scende poi nelle cantine dove si tiene ancora una piccola produzione di alta qualità, la produzione industriale avviene in fabbriche moderne al di fuori della città. Mack ha legato la birra alla musica: un QR code stampato sull’etichetta delle bottiglie porta il cliente a sentire brani di musica scelti in funzione della tipologia di birra. E così i serbatoi di fermentazione sono dipinti con le immagini di Elvis, Ringo Starr, Johnny Cash… Davvero innovativo. Oltre il birrificio troviamo Polaria, un museo multimediale che accompagna il visitatore attraverso i fenomeni naturali artici. Ancora più interessante è però l’architettura dello stabile: cinque blocchi di cemento bianco, appoggiati l’uno sull’altro, con effetto domino, che stanno a rappresentare blocchi di ghiaccio in movimento. Un bellissimo effetto visivo creato ed enfatizzato dalla illuminazione. Ci portiamo sul ponte Bruvegen che, attraversando lo stretto, unisce l’isola del centro città con Tromsdale, sulla terraferma. Lungo più di 1 km, 58 arcate, 38 metri sopra il livello del mare, è una bellissima opera ingegneristica. Superato il ponte ci troviamo di fronte alla Ishavskatedralen, la Cattedrale Artica. Gli undici blocchi triangolari di cemento bianco, di diverse altezze, affiancati l’uno all’altro, rappresentano i crepacci dei ghiacciai. Sul fronte una grande croce bianca regge due campane. Notevole è l’effetto delle linee di luce che attraversano gli “archi triangolari” e si riflettono sulla vetrata frontale.







La luce del Nord sembra sempre più preziosa, perché fugge via in fretta. Grazie per avermi ricordato un bellissimo viaggio che ha significato molto
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