Quando voglio uscire da casa per immergermi tra la natura incontaminata, dove non ci sono tracce umane, dove posso rimanere solo e lasciare che la mia mente possa essere libera di vagare sopra ogni cosa, una sorta di meditazione, salgo in Valleile.
Da Lillaz si esce verso Sud, sulla sinistra una chiesetta e i prati mentre a destra si costeggiano due campeggi. Al termine dell’asfalto un sentiero con una staccionata di legno ci porta verso il bosco. Dopo la prima rampa, sulla destra, si può ammirare una bella cascata. La sosta è imperdibile, la vista molto suggestiva. Il Torrent de Valleile è costretto a infilarsi tra le rocce che ha eroso nel corso dei millenni, scende grazie a qualche balzo e finisce in una piccola pozza dall’acqua cristallina. Ho l’abitudine di fermarmi ad ammirare questa meraviglia naturale perchè d’inverno è un tripudio di neve e ghiaccio mentre in primavera ed in estate, grazie al disgelo, la portata dell’acqua aumenta ed è ancora più impressionante. Cento metri scarsi e ci si può fermare ad ammirare il panorama di Lillaz. Sotto i piedi appare il prato e sul fondo le case del borgo, tutt’intorno una corolla di montagne e, quando è sereno, là in fondo, sulla sinistra, appare il Monte Bianco. Si riprende a salire e si imbocca il largo sentiero che sale verso destra. Questo lungo tratto d’inverno si trasforma in pista di fondo. E’ un tratto in continua discesa, abbastanza pericoloso perché è piuttosto ripido, stretto, spesso ghiacciato. E in effetti, proprio per questi motivi, non sempre è aperto. E’ parte della famosa Marcia del Gran Paradiso che si tiene normalmente ai primi di febbraio e che accoglie sportivi e appassionati da tutta Italia, e perché no anche qualche straniero. Ma riprendiamo la salita, sulla destra un altro luogo magico dove amo fermarmi. E’ una sorte di radura dai profili morbidi, al centro del prato un piccolo altare costituito da sassi ed una croce in legno. Qui mi fermo sempre a pensare, il luogo mi trasmette una sorte di sacralità. Per i credenti la pace del luogo e la croce possono far pensare all’Onnipotente mentre ai non credenti può stimolare il pensiero della Madre Natura, non tanto come Ente Supremo che tutto comanda e controlla, ma come bellezza assoluta. Una visione laica ma altrettanto forte. Qui si trovano anche dei piccoli ricordi di persone decedute. Io mi soffermo sempre a guardare le due targhe che ricordano la morte e la vita dei due gemelli norvegesi Rijven, nati a Gravenhage il 22-9-1943. Hein deceduto sulla Grivola a soli 32 anni e Loek deceduto lo 01-11-2014 che ha voluto raggiungere il gemello in questo luogo magico. Ma riprendiamo a salire, il sentiero di terra e sassi è ricoperto da aghi di pino che ammorbidiscono il passo dell’escursionista e rende il mix di colori un’opera d’arte naturale. D’estate bastano un paio di scarponcini da montagna ma d’inverno, quando la neve è fresca ed abbondante, sono consigliabili le ciaspole mentre quando ci sono tratti ghiacciati è meglio calzare i ramponcini. Si supera un ruscello saltellando su un paio di sassi e si arriva sul ponte di legno che attraversa il torrente. E’ sufficiente voltare lo sguardo verso sinistra che si rimane estasiati nel vedere questa valle di sicura origine glaciale. Un fondo piano percorso dal torrente, un’atmosfera d’alta montagna anche se siamo solo a 1700 m. La vista verso la testata della valle riesce sempre a emozionarmi. Percorro il sentiero, a sinistra un prato dove un paio d’anni fa si era installato un pastore biellese con una piccola roulotte e le sue pecore al pascolo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo lo scorso anno scendendo dal rifugio Sella. Un vero pastore aiutato da un cane tanto bello quanto intelligente. Perché un vero pastore ? Io non sono un esperto ma questo signore mi raccontava che non vendeva il latte, lo lasciava agli agnellini, evidentemente era interessato solo all’allevamento, alla lana. Proseguendo si arriva in prossimità di un enorme masso erratico probabilmente trasportato a valle dal ghiacciaio. Questo masso mi suscita sempre molti pensieri ed un vecchio ricordo. Più di quarant’anni fa ero a Lillaz con l’amico Giorgio, all’epoca eravamo compagni di cordata. Un giorno ci portammo tutte le attrezzature e provammo un sesto grado con le scalette. Era solo qualche metro, ma che esperienza ! Ora quando ci ripenso, sorrido tra me e me. Ciao Giorgio, so che mi leggi. In prossimità del masso un paio d’anni fa sono scese due slavine che hanno travolto e abbattuto centinaia di abeti. Un vero e proprio scempio naturale. I tronchi spogli e le radici estirpate dal terreno sono rimaste così come sono cadute. C’è voluto un anno intero per rimuoverne una piccolissima parte per liberare il passaggio del sentiero. Prosieguo e vedo correre sulla mia destra un camoscio. E’ molto veloce e solitario, probabilmente sarà un maschio perché le femmine in questo periodo dell’anno sono alle prese con i loro cuccioli appena nati. I versanti della valle sono costellate da numerose cascate, bellissime da vedere e molto amate dai cascatisti che in inverno le sfidano scalandole.
La Valleile rimane un ambiente naturale incontaminato, dove domina la pace e regna il silenzio assoluto rotto soltanto dallo scorrere del torrente e dal canto degli uccelli che volano in cielo. E se vi capita di veder volare un gipeto fatevi venire il torcicollo e seguitelo coi vostri occhi.







