A Lamu si può arrivare solo via mare, non ci sono né ponti né auto. Si sbarca sul molo principale e un grande arco bianco dà il benvenuto a chi arriva: Welcome to Lamu a UNESCO World Heritage City. Lamu è una delle pochissime città dell’Africa sub-sahariana che hanno mantenuto intatta la loro disposizione originale. C’è il lungomare e c’è la città retrostante. Sul lungomare si trovano bianchi edifici in stile indiano con archi, verande e finestre con le imposte. Si trovano la moschea Mskiti Raudha Lamu e la chiesa cattolica. Hanno sede banche ed uffici pubblici, fondazioni e centri culturali, e naturalmente negozietti e ristoranti. Vi è anche la “Riserva degli asinelli”, un’area gestita da un’associazione animalista inglese che si prende cura degli asini. Si perché l’asino fino a poco tempo fa era l’unico mezzo di locomozione e di traporto sull’isola. Asinelli vagabondano liberamente, altri vengono usati per il trasporto delle merci nelle tradizionali ceste di paglia. Qualcuno ancora li usa per muoversi trotterellando ma le motociclette hanno già preso il sopravvento. I ragli, assieme ai canti dei muezzin, sono la colonna sonora della città. Dal lungomare una serie infinita di vicoletti porta sull’altra principale arteria della città: la Harambee Avenue. Il nome non deve però trarre in inganno, si tratta di una stretta stradina pedonale, parallela al lungomare, piena di vita e negozietti. Lungo la Harambee ed in corrispondenza dell’arco di benvenuto, si apre una piazza sempre affollata. I cittadini, che spesso non hanno nulla da fare, stazionano volentieri sotto le due grandi piante che ombreggiano proprio di fronte al Forte, oggi trasformato in Library. Il Forte, costruito agli inizi dell’ottocento, ha sul fronte un bel porticato con una scalinata che porta nel cortile interno con arcate in stile arabo, agli angoli della struttura qualche torre merlata. A sinistra del Forte si trova il mercato in stile arabo con i banchi della frutta e della verdura, ceste piene di cereali, legumi e spezie. Ma la cosa più affascinante è perdersi tra le stradine che si trovano dietro la Harambee Av. Stradine strette dove il sole si infila solo a mezzogiorno, piene di negozi, di persone che vanno e vengono. Di tanto in tanto si apre una piazzetta, magari con un alberello o piante fiorate. La vita nella città scorre tranquilla e questa sensazione è anche supportata dal fatto che siamo in totale assenza di traffico. Si seguono i ritmi delle tradizioni anche se diversi. Lamu è prevalentemente araba, è più frequente sentire le persone che si salutano con un Salam Aleikum piuttosto che con un Jambo, anche gli abiti degli abitanti sono prevalentemente in stile arabo. Il giovedì sera, considerato prefestivo, gli abitanti affollano il lungomare per una passeggiata o per incontrare amici. I bar ed i ristoranti sono tutti pieni. Il venerdì mattina vengo svegliato alle 4,40 dal canto del primo muezzin, la mattina tutti i fedeli sono in moschea per le preghiere. Il pomeriggio verso le cinque vedo tutti gli uomini vestiti con le tuniche perfettamente lavate e stirate che vanno verso la moschea. Il sabato sera invece è piuttosto tranquillo, forse perché è giorno di pioggia. La domenica mattina si dice messa nella chiesa cattolica. Poche preghiere, molti canti, qualche discorso, applausi e risate. Sembra una messa molto divertente. Nel pomeriggio la gente di nuovo passeggia sotto un bel sole caldo ma verso sera, immancabilmente, un fresco venticello rinfresca l’ambiente.