Dopo circa trenta giorni di viaggio, levatacce prima dell’alba, migliaia di chilometri percorsi su sterrati polverosi, sento la necessità di prendermi una pausa. Ho bisogno di staccare. Quasi quasi vado al mare. Detto e fatto. Volo per Ukunda, nel Sud Est del paese, a qualche decina di chilometri dal confine con la Tanzania. Appena si esce dalla cabina dell’aereo si ha la sensazione di essere arrivati in un altro mondo. Non sono più sull’altopiano, quì si sente il vento umido dell’Oceano Indiano, sole e cielo azzurro. La sala d’arrivo dell’aeroporto è un semplice gazebo, i bagagli attraversano la pista su un carrello spinto a mano ed ognuno si prende il proprio. Neema, una simpatica taxista col velo, mi accompagna al Jacaranda Indian Ocean Beach Resort già prenotato a Nairobi. Il sales manager mi ha offerto una permanenza a mezza pensione molto scontata, penso sia un trattamento di favore dovuto al fatto che ero un componente del gruppo di GAdventures. Il resort, tutto colorato di bianco, è costruito tra palme, baobab e aiole fiorate. Di fronte una lunga spiaggia bianchissima ed a un centinaio di metri dalla spiaggia la barriera corallina dove si infrangono le onde. Nonostante ciò bagnarsi e nuotare qui è davvero difficile. Le onde arrivano con una tale forza che sbattono in avanti il mio corpo fin sul bagnasciuga. Però è molto divertente. La camera è molto bella, al primo piano di un bungalow, un terrazzino in legno dove sposto un tavolino per scrivere vista mare. Gli unici rumori che sento sono lo sciabordio delle onde ed il canto degli uccelli. Ogni tanto mi fanno visita delle scimmiette, una mi è anche entrata in camera. Fortuna vuole che non è riuscita a prendersi nulla altrimenti dove ritrovi ciò che ti ha preso ? Le occupazioni preferite di questi giorni sono il riposo, l’aggiornamento del blog e lunghe passeggiate a piedi nudi sulla spiaggia. Verso Nord si incrocia il Mwachema River che sfocia in mare tra la spiagge e le mangrovie. Verso Sud un paio di chilometri di spiaggia fino ad arrivare ad alcuni scogli circondati da alghe verdi. A metà strada il mio punto preferito: Copa Cabana. No, non siamo in Brasile, sventolano un paio di bandiere del Kenya. Copa Cabana è un chiosco molto improvvisato, di quelli che piacciono a me. Tutto in legno, teli svolazzanti, ombreggiato, fresco e ventoso. Divanetti, tavoli e sedie, dove si sta sempre coi piedi nella sabbia finissima. Personale simpaticissimo e luogo di incontro di locali. L’unica straniera è una ragazza indiana che vive a Londra, sempre sorridente, amica del proprietario. In particolare la domenica pomeriggio il chiosco è frequentatissimo da famiglie e gruppi di ragazzi. E’ uno di quei posti dove diventi amico di tutti. Un giorno mi preparano dei gamberi grigliati, il giorno seguente calamari grigliati. Un po’ di riso con salsina swahili e … Sauvignon Blanc del Sudafrica, bello fresco. E cosa vuoi di più dalla vita ?