Già il nome ha dell’incredibile: orfanotrofio degli elefanti. Siamo a Sud di Nairobi, poco fuori la città, e visitiamo il David Sheldrick Wildlife Orphans’ Project. Una folla di turisti è in attesa di entrare, alle undici in punto si aprono i cancelli, i visitatori si dispongono attorno ad una corda che fa da recinto. Due carriole cariche di grandi biberon di latte attendono di essere bevuti. Dopo qualche minuto entrano gli inservienti in camice verde seguiti da elefantini di due/tre anni. Sono stati trovati e raccolti sul territorio nazionale perché vagavano solitari, orfani e abbandonati, o forse semplicemente persi. Gli elefantini entrano affamati nello spazio di terra rossa a loro adibito e si fanno infilare volentieri in bocca i biberon. Sono ancora privi di zanne e con la proboscide si sorreggono il biberon. Mangiano un po’ di foglie secche sparse sul terreno, bevono acqua. Insomma un buon pranzetto e, siccome sono ancora dei cuccioli, giocano, si sdraiano sulla terra, si fanno accarezzare dai visitatori. Escono i piccoli ed entrano i più grandicelli 4/5 anni. Loro hanno già un accenno di zanne ma si fanno infilare in bocca il biberon di latte con grande piacere. Anche loro giocano, bevono, e si spruzzano la terra sulla testa. All’uscita il centro raccoglie le adozioni, con cinquanta dollari si adotta un elefante per un anno, con tanto di certificato e le fotografie per essere informati sulla crescita.