Amboseli National Park

Quando venni qui per la prima volta quarant’anni fa, l’Amboseli era considerato una grande riserva, il Masai Amboseli Game Reserve. Da molti anni questo territorio è stato promosso al ruolo di National Park. Bravi i kenioti ! Perché ? Semplicemente perché il National Park ha delle regole più restrittive nei confronti dell’attività umana e di conseguenza viene rafforzata la protezione nei confronti di tutto l’eco-sistema. Fondato nel 1948 con lo scopo di frenare la caccia grossa che aveva messo gli elefanti a rischio d’estinzione a causa dell’alta richiesta d’avorio, la riserva era gestita dai masai che però con le loro mandrie di bovini entravano in competizione con gli animali selvatici. In seguito i masai sono stati convinti dal governo nazionale a vivere in altre aree adiacenti ed il controllo del territorio è passato, non senza difficoltà, sotto l’egida del governo di Nairobi. Oggi il parco si estende per circa 400 km quadrati ed arriva fino alle famose “falde del Kilimangiaro”, sul confine con la Tanzania. Posto su un altopiano tra i 1.100 ed i 1.300 metri slm è ricoperto da savane, canneti e paludi verdeggianti. Il parco è ora stato inserito negli elenchi dell’UNESCO come riserva della Biosfera Terrestre. Noi ci arriviamo nel tardo pomeriggio dopo una lunga giornata di viaggio attraverso villaggi e verdi montagne. In lontananza si scorge una vetta vulcanica, mentre a destra, il più esteso e più alto Kilimangiaro è completamente ricoperto dalle nubi. Arriviamo al lodge quando ormai il cielo si fa grigio, il sole al tramonto lascia qualche traccia rosa tra le nuvole. Il bungalow è straordinariamente bello: una elegantissima camera con scrivania ed una zona soggiorno. Il bagno, enorme, con una vasca vintage al centro. Anche qui, come negli altri lodge, colazioni pranzi e cene a buffet, abbondanti, ricchi di specialità, anche italiane. Come sempre siamo in auto di prima mattina, superiamo il gate del parco e via col  tetto rialzato per la savana. Incontriamo tantissimi elefanti, solitari ma anche grossi branchi che attraversano le piste da padroni. E chi li ferma ! I gruppi hanno con loro molti piccoli di due o tre anni. C’è in atto una vera e propria migrazione perché i branchi vanno tutti in direzione sud-ovest, cioè verso la Tanzania, e quando si muovono alzano un bel polverone. That’s Amboseli, afferma Joseph. Ed infatti Amboseli significa polvere.  Due zebre, scocciate degli insetti, si rotolano per terra tra la polvere. Incontriamo anche gnu, struzzi e tanti altri uccelli. Savana dall’erba giallastra, acacie verdi, nuvoloni bianchi e squarci di cielo azzurro per poi arrivare in una zona paludosa. Fango ed erba verde con elefanti circondati dai bianchissimi ibis. Gli elefanti adulti, alti, grossi, con le lunghe zanne e le larghe orecchie sempre in movimento, entrano nelle paludi e affondano con tutta la gamba ma i più piccoli scivolano e perdono il passo dei loro genitori. Emoziona il passaggio di una famiglia: prima il maschio, più grosso, nel mezzo il piccolino di qualche anno e dietro la madre sicuramente meno possente del padre. Arriviamo nella zona lagunare e lì incontriamo centinaia di fenicotteri rosa. Rimangono retti, fermi, solo qualche raro passo, si abbeverano e nessuno spicca il volo. Poi incontriamo un po’ di scimmie con i loro piccolini che giocano, saltano, si infilano sotto la pancia della mamma. Nel pomeriggio Tina urla “Il Kilimangiaro”. Tra le nubi, verso Sud, si apre uno squarcio ed appare la cresta innevata del monte più alto dell’Africa. Purtroppo la vista è fugace e le nubi tornano a ricoprire la montagna. Rientrando verso il lodge incontriamo ancora elefanti e gnu, Il sole incomincia a tramontare, scende verso l’orizzonte ed incontra due larghe nubi, due linee grigie che fanno filtrare i raggi del sole. L’ennesimo spettacolo della natura.

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