Città del Capo colpisce per la sua posizione geografica, racchiusa tra la Table Mountain, la Lion’s Head ed il mare. Una città che lascia al visitatore un ricordo profondo. C’è un pò di Africa e un pò di Europa, modernità e township, la città costruita e la natura.
Inizio la mia visita dalla Table MOuntain, alta oltre 1.000 metri e piatta, piatta come un tavolo che domina la città. Si sale in funivia con la cabina rotante, una rossa e l’altra gialla. Dall’alto si domina il panorama, cielo azzurro e vento freddo. Si cammina lungo le rocce e verso Sud lo spettacolo del Capo di Buona Speranza. La sera ceno di fronte ad un caminetto acceso, una buona bistecca ed un buon shiraz. La mattina a piedi lungo la Long Street, la via principale che va verso il porto. Case coloniali di fine ottocento si alternano a stabili più moderni. Davanti al Palazzo di giustizia trovo una manifestazione per la casa, brevi comizi, donne colorate danzano, urla e mani che si incontrano. Si arriva nel quartiere direzionale con i grattacieli delle grandi multinazionali e poi il porto, il Waterfront. La Clock House col vecchio orologio, case antiche e magazzini del porto trasformati in negozi e locali modernissimi. Una grande Ruota consente a turisti e visitatori di goderne il panorama. Mangio un’ottima zuppa di pesce su una moderna terrazza con panorama sul Waterfront. Alle sei incomincia ad imbrunire, si accendono le luci e in un attimo è notte. Mentre sorseggio il mio Sauvignon Bianco sento arrivare le musiche dei gruppi di strada coi loro ritmi africani , percussioni e grida. La mattina successiva percorro i giardini che costeggiano il Palazzo del Governo. La vita scorre lentamente, chi passeggia, chi si sdraia sull’erba verde. Entro nella cattedrale anglicana, sembra di essere nel Nord Europa, nella women chapel una signora sistema dei fiori colorati sull’altare, esce chiudendo il cancelletto e mi saluta con un sorriso. Il sole attraversa le vetrate colorate. Un enorme organo con migliaia di canne è sistemato sotto tre arcate sopra l’altare principale. Il suono mi avvolge con grande potenza, la musica penetra attraverso i pori della pelle, il ritmo è travolgente. Arrivo alla Nelson Mandela Tower dove si sta allestando la festa per il centesimo anniversario della nascita di Nelson Mandela, per tutti Madiba. Un gruppo giovani scolari sta colorando con pastelli i ritratti del presidente, una mostra di quadri che lo ritraggono, stand culturali e di associazioni, panini e vino. Tutto in onore di chi ha cambiato le sorti di questo Paese trasformandolo da stato della Appartheid a stato moderno e multirazziale. Grazie Nelson Mandela