Hat Creek Ranch ed il Blu River

Lasciata Whistler alle spalle ci si immerge immediatamente nella natura selvaggia delle Rocky Mountains. Sosta al Joffre Lake, uno specchio d’acqua turchese circondato da boschi, sullo sfondo montagne e ghiacciai. Proseguendo attraversiamo un intero bosco distrutto da un incendio poi tutto ad un tratto la vegetazione scompare ed entriamo in una zona senza alberi che Berth, la nostra guida, chiama nientemeno deserto. Al centro della valle lo Hat Creek Ranch, ci arriviamo puntualmente per l’ora di pranzo. Qui siamo attesi perché Berth ci ha lavorato per diversi mesi. Una signora in costume dell’ottocento, camicia bianca gonna lunga e cappello in paglia, ci accoglie con un sorriso ed un caloroso “welcome”. Su un tavolino troviamo i nostri panini già pronti, una zuppa ed una bella insalata mista. Dopo pranzo visitiamo il vecchio ranch che è stato mantenuto come era attorno al 1860. Costruzioni in legno con le abitazioni, i salotti, il saloon. Tutto ben conservato con gli oggetti tipici dell’epoca. All’interno di una vecchia stalla una ragazza ci racconta un paio di simpatiche storie di quel periodo per poi salire su una vecchia diligenza trainata da due cavalli. Io mi siedo all’esterno, vicino al conducente. Immersi in questo spirito molto country percorriamo le stradine del ranch, attraversiamo staccionate ed arriviamo in un boschetto dove troviamo una tenda indiana. Il mini-bus con rimorchio riparte ed entriamo nuovamente negli infiniti boschi canadesi per arrivare a Blu River dove passeremo la notte in un lodge di montagna. Tutto in legno con grandi travi, un soggiorno con cucina ed ai piani superiori le camere da letto. Beth ha già organizzato tutto. Mentre noi compravamo vino e birre (in quantitativo industriale) lei ha acquistato tutto il necessario per una cena. Appena arrivati si preparano gli spiedini di pollo, salsiccia e peperoni. Peter, l’australiano mio compagno di camera, sulla terrazza del lodge li cuoce sulla griglia. Snack ed insalate sono il contorno di una serata divertente. Poi tutti all’esterno con l’aria ormai fresca, una mezza luna e un po’ di stelle, la sirena del treno che passa sul lato opposto del lago ed un dessert tradizionale. La mattina al risveglio la natura circostante si presenta con tutta la sua bellezza. Un cartello avverte di non avvicinare gli orsi ed in caso di incontri è consigliato rientrare nel lodge. Il posto mi piace molto, io mi fermerei un paio di giorni ma è prevista la partenza. Ci portiamo sulla riva del lago in un punto d’imbarco. Il cielo è un po’ grigio, la temperatura molto frizzante, chilly come si dice da queste parti. Indossiamo dei salvagenti e ci imbarchiamo, la barca a motore naviga velocemente sul lago con i colori che vanno dal grigio al verde. Navighiamo più lentamente in prossimità della riva quando vediamo spuntare un’orsa di 3/4 anni. Lei se ne sta tranquilla sulla riva, mangia, ogni tanto ci dà un’occhiata ma senza nessuna reazione. Ripartiamo lasciando il lago ma ci fermiamo qualche kilometro più avanti. E’ il momento dei salmoni che depositano le uova. Siamo sulle rive di un fiume con il fondo sassoso e l’acqua limpida. Fermi, immobili, tra un sasso e l’altro alcuni salmoni sono impegnati nell’importante operazione dell’espulsione delle uova. La continuità della specie.

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