L’isoletta di Miyajima è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il “torii”, il portale di colore rosso vermiglio che sembra fluttuare nell’acqua, è probabilmente il monumento più fotografato di tutto il Giappone. Scendendo dal traghetto si viene accolti da cerbiatti che girano indisturbati tra la folla dei turisti. C’è bassa marea ed il torii poggia sulla sabbia ma si riflette sulla poca acqua che rimane. Si entra nel santuario shintoista Itsukushima-jinja fondato già nel VI secolo. Una grande ed articolata struttura in legno rosso vermiglio con tetti marroni, tutto poggia sulla sabbia del mare. Si percorrono i primi padiglioni per poi arrivare alla sala più grande dove un monaco in abito bianco suona il tamburo sacro, fa un po’ d’inchini davanti all’altare e benedice una giovane coppia. Due giovani monache in gonna rossa e camicione bianco si inchinano più volte e offrono una bevanda alla coppia per poi accompagnarla fuori dal recinto sacro. All’esterno della balaustra i fedeli pregano e s’inchinano a mani giunte. Sulla collina un tempio buddhista e nel bosco centinaia di statuette in pietra con cappellini di diverso colore, molto divertenti anche se sacri. Ancora più in alto, sulla cima della collina, sorge Senjo-kaku, un colossale padiglione in legno nero risalente al XVI secolo. Un vasto ambiente dove corre un po’ d’aria fresca, all’interno robuste colonne e grandi travi dove sono appesi antichi dipinti. Sul fianco una pagoda di cinque piani del 1.400 decorata con colori vivaci. Il caldo è soffocante e la stanchezza si fa sentire, una pausa pranzo è necessaria. Miyajima è rinomata anche per le sue ostriche i cui allevamenti sono chiaramente visibili attraversando quel tratto di mare che la separa dall’isola principale. Lungo la strada del borgo, all’ombra di larghi tessuti bianchi tesi tra i bassi tetti delle case, oltre agli innumerevoli negozi di artigianato e souvenir abbondano bar e ristoranti. Molti hanno all’esterno le griglie dove vengono cucinate le ostriche, ed entro proprio in uno di questi. Finalmente un ambiente fresco ed una birra ghiacciata. Mi faccio servire due ostriche crude e cinque grigliate. Non ho mai mangiato delle ostriche così polpose, enormi, così tanto “ciccione” che ci vogliono tre bocconi l’una ! Tempura di tre gamberi, zuppa di miso, insalatina e riso bollito per un pranzo, diciamo abbondante. Ben soddisfatto e ritemprato mi rimetto in cammino verso la funivia che porta sulla vetta del monte Mison (530 m) dalla quale si gode un notevole panorama sul mare e le altre isolette, sullo sfondo Hiroshima. Ritornando verso il mare si ripassa dal santuario, ora la marea sta salendo e l’acqua sta lentamente coprendo il letto di sabbia sotto il pavimento dei padiglioni. Sullo sfondo il torii è già completamente circondato dall’acqua. I colori si fanno sempre più tenui, poi la tonalità principale diventa il grigio del cielo e prima che faccia buio mi imbarco sul ferry.