Il Nadaam Festival

Il Nadaam festival si tiene ogni anno l’11 e il 12 luglio. Il Nadaam è l’evento più atteso e più importante del paese. La passione dei mongoli per i giochi di guerra raggiunge il culmine in questi giorni. Ogni villaggio, ogni città, ha il proprio Nadaam, quello che si tiene a Ulan Bataar è ovviamente il più importante. Tutto ha inizio alle 9,30 in piazza Chinggis Khaan, la folla è già in attesa dietro le transenne. Appare un drappello di soldati a cavallo in abiti tradizionali blu, gialli e rossi. Il pubblico applaude al loro passaggio, le bandiere mongole vengono sventolate. Il drappello si ferma davanti alla scalinata del Palazzo del Parlamento, la banda suona l’inno nazionale. Alcuni militari entrano nel palazzo e poco dopo escono con i nove vessilli cerimoniali fatti con code di cavallo sormontati da un tridente. Le code di cavallo sono di colore bianco in segno di pace, quando il paese è in guerra vengono sostituite da quelle di colore nero. Il drappello si dirige verso lo Stadio Nazionale seguito da una folla festante. Fuori dallo stadio centinaia di gazebo, in stile Festa de L’Unità, offrono prodotti artigianali, cibi e bevande, latte di cavalla incluso. Entriamo nello stadio e prendiamo posto sotto il sole. Abbiamo 35° all’ombra, non sarà facile stare sotto il sole molte ore ma come perdere uno spettacolo del genere ? Lo stadio è strapieno, gli spettatori hanno cappelli ed ombrelli aperti. Sfilano nello stadio i cavalieri con i nove vessilli e sale un grande applauso. I nove tridenti vengono lasciati al centro dello stadio, la banda suona di nuovo l’inno nazionale ed il presidente della repubblica , che indossa un tradizionale abito deel di colore grigio con fascia gialla ed un capello anch’esso grigio, tiene un discorso di saluto. Il pubblico applaude. Bene, da questo momento in poi non ho abbastanza parole per descrivere lo spettacolo che dura almeno due ore … e forse neanche questo blog ha caratteri sufficienti. Danze, guerre simulate, enormi uccelli di carta che volano, grandi sagome di animali, colori, colori, colori poi d’un tratto si accende il fuoco dei giochi ed un grande urlo viene lanciato dalla folla. Entrano strane figure che rappresentano gli spiriti, guerrieri a cavallo li combattono. Entrano guerrieri romani in tuniche rosse accompagnati da bighe, guerrieri a cavallo ed arcieri li combattono, i romani formano con gli scudi delle robuste difese ma i guerrieri li accerchiano ed hanno la meglio. Entrano grandi palloni bianchi che vengono lanciati in cielo, ragazze con ombrelli multicolore, bandiere nazionali, e per concludere sfilate lungo la pista d’atletica in stile Olimpiadi. Una famiglia di nomadi con animali, dromedari e yak, seguono motociclisti, un auto anni ’40 con nobili in abiti tradizionali gialli, cavalieri, bande, studenti, monaci, associazioni, ognuno con la propria divisa. Chiudono centinaia di uomini in deel colorati con cappelli. Terminata l’inaugurazione iniziano gli incontri di lotta libera. Omoni con cappello e costume simile a quelli del sumo si incontrano sul prato dello stadio. Dopo molte ore passate sotto un forte sole ci portiamo allo stadio del tiro con l’arco. Ragazzini in costumi colorati tirano frecce verso i bersagli ma poi inizia la vera gara. I concorrenti, tutti in deel tradizionale, si sfidano con molta concentrazione. Uno speaker racconta le sfide mentre i risultati vengono scritti a mano su un tabellone. Il giorno seguente si svolge la corsa a cavallo nella steppa. Noi ci portiamo in prossimità dell’arrivo, la località dista una quarantina di km da Ulan B. Pur partendo la mattina molto presto il parcheggio è già invaso da una marea di auto. Siamo in mezzo ad una affollata vallata ed infatti lo spettacolo migliore è proprio la marea di gente che è venuta per questa importante occasione. Ci posizioniamo a qualche decina di metri dalla linea dell’arrivo mentre lo speaker racconta la gara. D’un tratto appare l’auto della giuria che affianca tre cavalieri lanciati a disputarsi la volata dopo 20 km di corsa. Un urlo lanciato dagli spettatori e poi seguono tutti gli altri concorrenti, da soli o a piccoli gruppi, tutti lanciatissimi, tutti alzano un gran polverone. E dopo la corsa chi tira con l’arco, chi si fa fotografare con un falcone, chi cavalca un cavallo. Ormai è ora di pranzo, molte famiglie fanno dei pic nic sui prati ma gli stand culinari, che da soli costituiscono una piccola città, sono attivissimi. Ogni tipo di carne e zuppe calde vengono offerte al pubblico. Noi andiamo da Mr. Pizza, chissà perché, e ci servono pizze e macedonia sotto il sole mentre siamo sferzati dal vento. Rientriamo in città nel bel mezzo di un ingorgo stradale.

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