Maria mi mostra le biciclette a disposizione e scelgo una mountain bike, l’ideale per questi terreni, il sellino è già all’altezza giusta. Simon mi gonfia le gomme e la prova, tutto ok. Pedalo lungo il vialetto alberato della residenza della missione, supero il cancello ed imbocco la strada sterrata in direzione Sud lasciandomi il villaggio alle spalle. Nel corso del primo kilometro mi cade la catena cinque volte. Sono sotto il sole, le mani sono già nere e unte, decido di rientrare. Ritrovo Simon e gli dico che ho avuto problemi alla “chain”, catena mi risponde ! Si mette subito al lavoro e con una improbabile chiave mi sistema la ruota posteriore, speriamo bene. Riparto, di nuovo sotto il sole, ora fa molto caldo ma non desisto, pedalo. Lungo la strada incontro un paio di auto e di camion che al loro passaggio alzano una nuvola di terra rossa. Incontro anche un carro trainato da asini, persone solitarie che camminano sotto il sole magari con del carico. Sono solo cinque km di percorso ma ci impiego una mezzora. Incontro un piccolo villaggio costituito solo da capanne, poco oltre il lago. Lungo la riva una mandria di bovini pascola tra uccelli bianchissimi. Con le zampe in acqua vedo degli strani uccelli che, tanto per cambiare, non conosco. Simili ai fenicotteri ma stanno sulle due gambe, alti più di un metro, imponenti a terra ed enormi in volo, grandi ali nere ed un lungo becco. In acqua qualcuno si lava e fa il bucato, un ragazzo lava la bicicletta, un bambino arriva con un pesce appena pescato. Un gruppo di robusti giovanotti ha appena fatto il bagno e sta chiaccherando all’ombra di un albero, chi con un paio di pantaloncini e chi ancora nudo. Mi fermano per un saluto e le solite domande di rito: da dove vieni, come ti chiami. Tra le capanne del villaggio vedo un simbolo della Coca Cola, entro e trovo una specie di bar molto buio. Incuriositi arrivano bambini e donne, chiedo da bere o da mangiare ma non c’è nulla, fortunatamente ho con me ancora dell’acqua. Riprendo a pedalare, è quasi mezzogiorno ed il sole è molto forte. Mi fermo un paio di volte all’ombra, giusto per rinfrescarmi e bere. Rientro ad Abobo, ho appetito ed è quasi ora di pranzo.