Debre Libanos, Jemma Gorges, Jod Abyssinia.

E’ domenica e con un blogger ungherese condivido una escursione verso Nord. Usciamo da Addis e subito tutto cambia. Attraversiamo territori collinosi, la stagione delle piogge è lontana e l’erba è giallastra. Si incontrano le prime capanne a base circolare, tetto in paglia. Le case invece hanno uno scheletro in legno (eucalipto) ricoperto da palta esiccata, molto resistente alla pioggia. Lungo la strada incontriamo anche molti asini e bovini. La prima cosa che noto è che qui le donne indossano abiti tradizionali, molto colorati e con un velo sulle spalle e la testa, tutte indossano la gonna mentre ad Addis si veste molto all’occidentale e la maggioranza delle donne porta i pantaloni. Dopo circa due ore d’auto arriviamo a Debre Libanos dove si trova un famoso monastero. Avvicinandoci al centro religioso, lungo la strada, si incontrano molti pellegrini. Arrivati a destinazione la guida ci accompagna ad acquistare il biglietto d’ingresso. Sul muro un cartello fissa le regole per l’ingresso: vietato alle donne mestruate ed a uomini e donne che hanno fatto sesso nelle ultime 48 ore. Mai visto niente del genere in vita mia !!! Il tempio ha base rettangolare ed una grande cupola. Accompagnati da una guida entriamo nella chiesa, due file di panche dedicate agli uomini mentre le donne possono stare in una piccola area a loro riservata e separata dalla navata principale con dei grandi teloni colorati. Possono avvicinarsi all’altare solo per comunicarsi. Sopra l’altare è raffigurata la Trinità ed in fianco molte icone raffiguranti i santi, a sinistra una semplice Ultima Cena dove sul tavolo vengono ritratti solo un calice ed il pane. Anche qui la poltrona dedicata all’imperatore e vetrate che raccontano il Nuovo ed il Vecchio Testamento. Un’altra guida ci accompagna alla grotta. Si sale per un ripido sentiero tutto pietre e si arriva al luogo sacro dove il santo ha pregato per oltre 29 anni. Si tolgono le scarpe, si passa attraverso una porta in ferro e si entra in una grotta molto umida. A sinistra un monaco benedice i pellegrini con l’acqua sacra che gocciola dalla roccia. Per terra catini in plastica di diversi colori raccolgono l’acqua che sarà poi usata per la benedizione dei fedeli. Un luogo molto buio ed umido ma carico di sacralità. Riprendiamo l’auto ed andiamo sempre in direzione Nord fino a raggiungere il punto panoramico sulle Jemma Gorges, una lunga e profonda vallata dove sul fondo del canyon possiamo vedere il Nilo Blu. Sotto di noi alcuni villaggi  dove i tetti in lamiera si intrecciano con i tetti in paglia delle capanne rotonde. Sulla strada vedo passare vecchi pullman che arrancano sulla salita, camion stracarichi, poche auto e molti asini. Dopo uno spuntino torniamo in direzione Addis. Di tanto in tanto incontriamo gruppi di scimmie. Vengo invitato dall’autista a raggiungere l’ungherese in un ristorante tradizionale per cena. Rientrato ad Addis in taxi vado al Jod Abyssinia Restaurant e trovo l’ungherese con Mekides, la ragazza dell’agenzia che mi ha proposto l’escursione. Ci viene servito un grande vassoio rotondo con ingera, il tradizionale pane etiopico, base dell’alimentazione del paese. Si tratta di un “pane” molto piatto con tante piccole bolle d’aria, risultato di una lunga fermentazione. Lo si ricava da un cereale coltivato ovunque di nome teff. Importanti sono la freschezza e la procedura che se non viene eseguita in modo corretto dà una ingera molto acida, immangiabile. Questa servita al Jody Abyssinia è molto buona. Sopra la ingera troviamo diversi tipi di carne in umido, verdure (carote, patate, fagiolini), un pò d’uovo e del formaggio molto fresco. Tutto viene regolarmente mangiato con le mani secondo l’uso etiope. Nel frattempo sul palco cinque musicisti suonano musiche regionali mentre un gruppo di ballerini in costume esegue danze tradizionali. Tre cantanti si alternano al microfono. Al termine della cena un cameriere arriva con un vassoio ed una brocca d’alluminio dalla quale fa scendere dell’acqua calda che serve a sciacquarsi le mani. Viene poi servito un liquore con miele in una simpatica bottiglietta e poi la tradizione etiope del caffè servito con zucchero, pop corn e dell’incenso fumante che mi dà la sensazione di essere in chiesa. La cena non era presente nel mio pacchetto giornaliero ma mi è stata comunque offerta dall’agenzia. Grazie, ho molto apprezzato l’iniziativa.

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