Salvador de Bahia

Arrivo a Salvador che è già buio ma avverto che la città ha qualcosa di speciale. Il taxi mi lascia in Cruz do Pascoal, una piazza triangolare con una colonna nel mezzo che sostiene una teca illuminata con una statua della Madonna. Alcuni tavolini occupano il centro della piazzetta, in molti discutono e bevono birra, l’albergo è qui di fronte. Un vecchio palazzo coloniale di tre piani, ben ristrutturato, la facciata rossa con righe gialle. Mi trovo nel bel mezzo del centro storico della città. Strade col fondo di pietra e sassi, tavolini lungo le strade e le nelle piazze, gente che chiacchiera e beve in compagnia. Salvador “una mistura de cores e vida”. E’ proprio così. La sera faccio subito una passeggiata alla scoperta della città e mi fermo alla Casa do Amarelindo, un ristorante tradizionale dove mangio un ottimo gaspacho con gamberi. Il giorno seguente mi muovo tra le stradine del centro. Scendo lungo la Rua do Carmo per risalire nel Largo do Pelourinho, il cuore del centro storico della città. Di fronte a me il palazzo celeste della Fundacao do Jorge Amado. All’interno alcuni cimeli e pannelli che ricordano i suoi libri ed i film tratti dai suoi racconti. Ne ricordo uno per tutti: Dona Flores e i suoi due mariti, solo perché è stato girato in questa piazza che trovo particolarmente bella vista dalle finestre del primo piano. In piazza due suonatori di percussioni ed una “mama” in abito bianco che frigge frittelle di fagioli. Sulla piazza si affaccia anche il ristorante SANAC gestito dalla locale scuola di cucina. Mi fermo per il pranzo. A piano terra si mangia pagando al kilo mentre al piano superiore c’è un buffet. La scelta è ampia, particolarmente buono un filetto di pesce cucinato nell’olio di cocco. La sera assisto ad un breve ma intenso spettacolo di danze tradizionali e capoeira. Un gruppo di musicisti in costume suona le percussioni mentre due signore cantano. Cercando un locale con un pò di musica live trovo un posto davvero speciale. Nella piazza 15 di Novembre vedo una porticina di un piccolo negozio di souvenir con la scritta Clube do Samba. Passo attraverso un lungo e stretto corridoio per arrivare in un cortile, sotto una tettoia sei musicisti suonano e cantano canzoni lunghissime. Pochi gli avventori, qualcuno si alza e balla. Impossibile tenere fermo tutto il corpo, qualcosa si deve muovere per tenere il ritmo. Per meno di 10 € mi viene servita una birra ed una quantità infinita di gamberi all’aglio. Faccio conoscenza con una coppia argentino-brasiliana che mi invita al loro tavolo, la musica non smette mai ma a mezzanotte decido di rientrare in albergo. Il giorno successivo è il venerdì santo, tutti i negozi sono chiusi ma le chiese sono aperte. Nella Nossa Senhora do Carmo fervono i preparativi per la funzione del pomeriggio. In taxi vado verso il faro posto sulla punta estrema del capo. Il faro domina il Forte Santo Antoño da Barra, la prima fortificazione del Brasile. Una bella costruzione in pietra col piano superiore tutto bianco. Dalle terrazze si gode un vasto panorama sull’oceano, si puo’ anche salire fino al meccanismo di movimento della lampada. All’interno un interessante museo che racconta la storia della conquista del Brasile e tanti cimeli marinari. Sempre in taxi mi porto sul lato opposto della città presso il santuario do Bonfim. Lungo la cancellata migliaia di striscioline di stoffa colorate lasciate dai fedeli e dai visitatori. All’interno statue, cappelle ed un importante altare. In fondo a destra un locale con molti arti di plastica appesi al soffitto che ricordano “miracoli” e guarigioni. Noto anche la “Porta da Misericordia” aperta in occasione dell’Anno Santo. Qualche fedele la attraversa pregando. Ritorno in centro ed alla chiesa do Rosario dos Pretos, in Largo do Pelourinho, vedo uscire una piccola processione di uomini e donne in costume che vanno verso la chiesa di Nossa Senhora do Carlo. Sono diretto anche io li per la funzione del venerdì’ santo e la processione. La chiesa è già affollata, riesco a prendere uno degli ultimi posti a sedere, l’altare è stato completamente ricoperto da un drappo viola. Alle tre in punto dal portone della chiesa arrivano preti in bianco, in rosso ed il cardinale che vanno verso l’altare. La prima ora passa tra letture e l’omelia del cardinale poi viene portato sull’altare un crocifisso che sarà venerato, accarezzato e baciato da tutti i fedeli. Verso le cinque si prepara la processione. Escono per primi alcuni personaggi del vangelo: donne in abito viola, un Ponzio Pilato ed un Cristo in giallo interpretato da una donna, tra le mani tiene la corona di spine. Viene poi fatto uscire un Cristo in legno sotto un baldacchino ed un carrello fiorato che trasporta la statua della Madonna anch’essa vestita di viola. L’evento deve essere ritenuto della massima importanza in quanto noto ben cinque diversi canali televisivi e molti giornalisti e fotografi. Io naturalmente mi infilo in mezzo a loro. Lungo le strade c’è tutta la città, qualcuno dai balconi lancia petali di fiori. Un altoparlante su un furgone (gentilmente offerto dal ferramenta Antonio Lima) lancia preghiere, litanie e canti liturgici. Davanti ad ogni chiesa una sosta con preghiere e canti. Saliti fino alla piazza 15 di Novembre la sosta è più lunga, il cardinale tiene un’altra omelia, una specie di comizio fatto sul sagrato. La processione prosegue lenta ed attraversa tutto il centro. Tornati in Largo do Pelourinho il cielo è ormai buio e vengono accese alcune lampade. Si ritorna al punto d’inizio e dopo quattro ore la funzione religiosa del venerdì santo termina qui. Stanco non mi resta che cenare in uno dei pochi ristoranti aperti.

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