Las Tres Fronteras e le cascate dell’Iguazù

Il fume Iguazu’ arriva dalle famose cascate e si getta nel fiume Paraná. I due fiumi disegnano una T, sui tre lati abbiamo tre paesi: Argentina, Brasile e Paraguay. In battello, dopo esser passato sotto il grande ponte stradale che unisce l’Argentina col Brasile, mi trovo esattamente al centro della T, tra i tre paesi, dove si uniscono le acque marroni del Parana’ con quelle blu dell’Iguazu’. Sono a Puerto Iguazu’, in Argentina, arrivo passeggiando sino al punto panoramico dove c’è’ una fontana danzante. Qui incontro Beat, un ex professore di matematica svizzero-tedesco che abita a Briga (sul Sempione), che sta viaggiando per i tre paesi pedalando una strana bicicletta. Ha superato passi oltre i 4.900 metri e percorso migliaia di kilometri. Curiosità, si è pensionato il I agosto 2015 come il sottoscritto. Ceniamo in compagnia e ci diamo appuntamento a maggio quando starà pedalando attorno a Milano. In bus vado verso le cascate, entrato nel parco prendo il trenino interno che porta fino al Garganta del Diablo. Lunghe passerelle portano fino al punto in cui l’acqua blu trova il salto e diventa bianca e giallastra. Questo è il salto più’ orientale, forse il più’ potente, l’acqua cadendo crea uno spray trasportato dal vento. Inevitabile bagnarsi. Lungo le passerelle migliaia di farfalle multicolori che si posano ovunque, sulla camicia, sulle mani. Le ali hanno colori bellissimi, di base c’è il nero e poi giallo, blu, rosso … Per il pomeriggio mi sono prenotato un’escursione. Quanto mai ! Venti minuti su un autocarro con sedili attraverso la giungla poi mi imbarco su un grande gommone con torretta per il pilota. Si risale la corrente del fiume tra le rapide, ai lati le rive verdissime. Arrivati davanti al Salto Dos Mosqueteros c’è un minuto per le foto e poi la “ducha”. Il gommone va decisamente verso la cascata ed entra completamente nei getti d’acqua. Urla dei passeggeri ed alta adrenalina. Ne usciamo fradici. Tutti bagnati superiamo l’Isla San Martin e ci portiamo, due volte, sotto il salto Mbiguà per poi affrontare le rapide del salto San Martin. Lo zainetto era chiuso in una borsa ermetica, salvo, la macchina fotografica dentro una borsa, ma non chiusa ermeticamente.  Sbarichiamo ed inizio a risalire il sentiero per ammirare i panorami dei salti. Due foto e la Canon si blocca. Corto circuito !!! Lascio le cascate molto triste, tutto bagnato, dopo due giorni i pantaloni sono ancora umidi. Mi sono ritrovato la sera a stendere sul letto tutte le banconote che avevo con me, mi sembrava d’essere un falsario. E per fortuna non ho peggiorato il raffreddore e la tosse (sono rientrato in albergo tutto bagnato dopo tre ore di camminata, trenino, bus). Giornata di mierda ! Non solo, sono anche riuscito a scegliere una giornata nuvolosa, priva di colori. Spero vada meglio in Brasile. Superato il ponte arrivo a Foz do Iguaçu, in territorio brasiliano. Ora si passa al portoghese ma non lo conosco, comunicare qui sembra più complicato. Il cielo rimane grigio, nuvoloso, poi piove. Nel pomeriggio vedo qualche squarcio di azzurro e via di corsa verso le cascate. In bus attraverso la foresta ed inizia il sentiero panoramico. Da qui  la vista è da mozzafiato. Si puo’ ammirare tutto il fronte largo ben 2,6 km. Più avanti iniziano delle passerelle che portano fin sopra l’acqua. Lo spray viene soffiato dal vento, questa volta indosso il poncho impermeabile. Si arriva fin quasi a toccare l’acqua, un forte rumore domina la scena. Sicuramente più panoramico il lato brasiliano, l’impatto è notevole, la vista eccezionale.

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