Deciso, andata in funivia, ritorno in treno e, contro ogni consiglio turistico, pernottamento nella Rainforest ! La funivia che collega Cairns a Kuranda, la Skyrail, è una delle più lunghe al mondo: circa 7,5 km suddivisi in tre tronchi. Il primo tratto è tutto in salita e raggiunge i 545 metri del Red Peak dove un simpatico ranger attende i passeggeri per un giro tra la foresta. Il ranger lascia un gruppo di giovani giapponesi e mi accompagna lungo il sentiero, una lunga passerella in legno, spiegandomi tutti i segreti del bosco. Piante secolari altissime, palme, fichi che avvolgono altre piante, liane e piante rampicanti. Tutto ciò è la Rainforest, un grande fenomeno naturale reso possibile dalle piogge che qui arrivano copiose. In un solo giorno durante la wet season cadono normalmente più di 20 cm di pioggia. Il secondo tronco della Skyrail, il più lungo, è praticamente tutto in discesa e si superano le cascate del fiume Barron. Siamo nell’ambito del Barron Gorge National Park, territorio tradizionale del popolo aborigeno Djabugay. Anche quì una passeggiata lungo il sentiero con terrazze panoramiche sulle cascate. L’ultimo tratto, piuttosto breve, supera il fiume e l’antica linea ferroviaria. Si arriva quindi a Kuranda, un villaggio turistico dove tutte le attività chiudono attorno alle tre del pomeriggio, poco prima o subito dopo la partenza del secondo treno che torna a Cairns. Appena arrivato scendo sulle rive del Barron e decido di fare subito la navigazione del fiume, un’ora abbondante tra la vegetazione rigogliosa. Un coccodrillo al
sole sdraiato su un ramo secco, uccelli, pesci e tartarughe. Dopo una “pasta pesto” (tagliatelle con una crema dolce al pesto, pollo ed insalata, tutto nello stesso piatto) vado verso il B&B che avevo prenotato. Basta superare il ponte e prendere la seconda a sinistra. Semplice, ma Il percorso si rivela più lungo di quanto potevo immaginare guardando la Google Map. Un’ora e mezza tra il bosco e le case isolate. Imbocco la Butler Drive al numero 63 ma debbo arrivare al 9 ! Arrivo … diciamo un po’ stanco. Anche oggi, dichiara il mio telefono, percorsi circa 15 km. A piedi ovviamente. La fatica viene comunque ricompensata dal posto. Imbocco una stradina sterrata nella foresta e mi trovo davanti ad una casa bianca in legno. Un po’ smarrito vengo accolto da Linda, una signora tutto sommato non molto cortese che mi dice “ma questa è una casa”. L’appartamentino al piano terra è, per stasera, destinato a me. Un monolocale meraviglioso, pieno di luce e arredato con molto gusto. Linda mi apre il frigorifero e mi mostra una bottiglia di Sauvignon Blanc australiano e una confezione di camembert. Questa sarà la mia cena consumata sul terrazzo praticamente immerso nella foresta. Più tardi arriva a trovarmi anche Nevon, il marito, molto cordiale. Rumori zero, o perlomeno si sentono solo quelli naturali, molto intensi, anche in piena notte. La mattina mi sveglio con comodo e mi sento un “Nessun dorma” cantato da Pavarotti mentre mi preparo un paio di caffè. Sul tavolo del terrazzo trovo un vassoio con la colazione pronta, burro e marmellata, frutta tropicale. Più tardi, molto gentilmente, Nevon mi accompagna in città. Visito il Butterfly Sanctuary, una grande voliera piena di farfalle che ti volano attorno ed un laboratorio dove delle esperte nutrono i bachi ancora in fase di evoluzione. Entro poi nel Koala Gardens dove, in ampi spazi, vengono ospitati gli animali autoctoni: coccodrilli, i dormiglioni koala, un paio di tranquilli wallaby (piccoli canguri) che cercano l’ombra per poter sfuggire al caldo che oggi si fa sentire. Per pranzo vado al German Tucker, mangio un wurstel di coccodrillo con senape, crauti ed insalata di patate. Uno strano mix di Germania e Australia. Kuranda è famosa per i suoi mercati. Io li trovo comuni, solo per turisti, di nessun interesse. Così mi prendo il treno per rientrare a Cairns, una vecchia ferrovia che risale al 1891 recentemente ristrutturata e ancora funzionante. Vecchie carrozze in legno ed un paio di locomotori diesel colorati di giallo ed azzurro con disegni in stile aborigeno. Il treno viaggia molto lentamente, dopo una decina di minuti una sosta per ammirare il panorama sulla cascate e poi si riparte tra la fitta vegetazione. Praticamente si viaggia a passo d’uomo, il treno percorre un altissimo ponte con tralicci in ferro, alcune gallerie e dopo circa due ore si arriva a Cairns.