The Rock Tour – Day 2

La notte è piuttosto fredda. Quando apro gli occhi, al buio, vedo dei grandi squarci tra le nubi strapieni di stelle. Bailey ci sveglia all’alba, il cielo si colora di giallo, di rosso, di arancione e poi il sole porta luce e calore. Una veloce colazione e caricate tutte le carabattole si riparte, destinazione Kata Tjuta, un insieme di rocce solitarie nel mezzo dell’Outback ritenute sacre dagli aborigeni Anangu. Percorriamo il Kata Tjuta Dune Walk in circa due ore. Un sentiero tra le rocce rosse che mostrano le loro stratificazioni. Sui fianchi molte caverne dovute all’erosione dell’acqua e del vento. Ripartiamo in direzione Uluru e verso mezzogiorno ci troviamo di fronte alla grande roccia simbolo dell’Outback. Rossa, solitaria, che si staglia tra l’azzurro del cielo e qualche nuvola bianca. Un altro sogno si avvera ! Pranziamo con panini e piadine all’Ayers Rock Campground e ripartiamo per Uluru. Si visita l’Aboriginal Cultural Centre dove viene spiegata la storia dei luoghi e soprattutto della cultura aborigena. Percorriamo il Mala Walk, un sentiero sul lato occidentale della grande roccia. Si passano alcune caverne dove gli aborigeni vivevano fino a pochi anni fa. Le pareti sono piene di graffiti. Qui i nonni ed i genitori insegnavano la cultura aborigena ai giovani. Ai ragazzi si insegnava l’arte della caccia, alle ragazze i metodi di raccolta dei prodotti destinati all’alimentazione. E’ già tardo pomeriggio e la temperatura ora è più accettabile. Il percorso richiede poco più di un’ora ed è tutto in piano. Ci portiamo al Sunset Parking Place in attesa del tramonto. Si riaprono le porte del tender e di nuovo si estrae tavolino e stoviglie. Bailey cucina carne con verdure e verdure con noodles. Ceniamo di fronte alla roccia sacra mentre attendiamo il tramonto. Il parcheggio si riempie di auto e bus. Il sole scende alle nostre spalle, un po’ nascosto tra le nuvole e non crea nessun particolare effetto. Spettacolo perso, peccato. Difficile dire “sarà per la prossima volta2, almeno per me. Ma mai dire mai ! Rientriamo al campo, le tende permanenti sono troppo calde, meglio dormire all’aperto. Seconda notte per terra anche per un vecchietto come me. Questa notte le stelle sono più presenti … ma vince la stanchezza.

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