Il lago Inle

Lasciamo Kalaw in pullmino, la strada corre tra risaie e colline verdi. Dopo circa due ore arriviamo a Pindaya, una cittadina costruita attorno ad un laghetto. Una visita al mercato la mattina è sempre cosa gradita. Principalmente si vende frutta e verdura, non mancano però carne e pesce ed un po’ di cibo pronto. Ci portiamo verso la collina dove abbiamo un bel panorama del lago e della cittadina. Visitiamo così le famose grotte scoperte circa un secolo fa. All’entrata una statua con un arciere che ha sotto tiro un enorme ragno. le due statue si basano su una vecchia leggenda dove il principe, uccidendo il ragno, salvò la vita di una ragazza. Entriamo nelle grotte attraverso una scalinata. All’interno circa ottomila statue di Buddha di tutte le dimensioni ed in tutte le posizioni. Il nostro accompagnatore ci porta davanti ad una piccola apertura tra la roccia. Ci infiliamo in ginocchio ed entriamo in una piccola grotta dove si pratica la meditazione, all’interno una trentina di statuette. Un luogo davvero incantato. Usciamo alla luce del sole ed andiamo a visitare una fabbrica di ombrelli, o meglio, di parasole. Il telaio è tutto in legno, lavorato manualmente con semplici attrezzi ed un tornietto mosso a mano dall’artigiano. Le donne invece preparano il “tessuto” ricavato da canne bagnate, pestate con un martello per almeno venti minuti. La poltiglia che si è prodotta viene stesa su una grande rete quadrata, vengono aggiunte foglie e petali di fiori e poi viene messa ad essiccare al sole. Incredibile ma dopo due ore si ottiene un “tessuto” simile ad un foglio di carta che viene tagliato in misura e fissato con delle cordine al telaio di legno. Il risultato è di notevole bellezza, non riesco a trattenermi e ne compro uno di piccole dimensioni da tenere come ricordo. Pranziamo in un bellissimo ristorante, praticamente una grande palafitta in legno con vista lago. Altre due ore di viaggio ed arrviamo a Nyaugshwe, la città in prossimità del lago Inle. Appena arrivati non vediamo l’ora di ammirare il lago. Al porto ci offrono una passeggiata sul lago per ammirare il tramonto. “Fuori programma” con Anne e Kristian, ci facciamo un giretto in barca a motore. La tipica barca a motore del lago Inle è lunga una decina di metri, a poppa un rumoroso motore ed il conducente che aziona una lunga barra che termina con l’elica mentre la prua, durante la navigazione, rimane mezzo metro fuori dall’acqua. Queste barche vengono normalmente usate per il trasporto di persone e di merci di ogni tipo. Sono praticamente l’unico mezzo di trasporto per la popolazione che vive lungo il lago e sugli isolotti. Si percorre un lungo canale naturale e dopo una decina di minuti si apre il lago. I colori sono tenui e quando siamo nel centro del lago inizia il tramonto. Una leggera nube rende piacevole le vista del cielo che si colora di rosa. Quando inizia a far buio rientriamo in città. Per cena scegliamo un ristorante cinese, io scelgo un pesce grigliato e riso bollito. La mattina successiva alle otto siamo già in barca, ripercorriamo il canale che porta verso il lago. Il sole non è ancora molto alto e l’aria è fresca. Le barche destinate ai turisti sono attrezzate con coperte che a quest’ora della mattina sono assolutamente necessarie. Arrivati al lago ci soffermiamo a vedere i pescatori all’opera. Loro usano barche più corte e mosse a remi. Il pescatore ha una posizione molto particolare: muove il remo con una gamba restando in equilibrio con l’altra mentre le braccia vengono usate per muovere le reti. Percorriamo un altro tratto di lago ed arriviamo ad un villaggio di palafitte. le case sono tutte in legno con pali di sostegno appoggiati al fondo del lago. Visitiamo un monastero, una grande struttura rettangolare in legno con un Buddha centrale. Il monastero è pieno di gatti, su una parete noto un poster con la foto a colori di una giovane Aung Sun Suu Kyi affiancata a quella del padre a cavallo, in bianco e nero, il generale Aung Sun l’eroe, il condottiero dell’indipendenza birmana. Altra navigazione tra i verdi canali della laguna e piante di loto con le foglie di un verde molto intenso ed arriviamo ad una importante pagoda: Phaung Daw Oo. All’interno, al centro della grande sala, non c’è la solita statua del Buddha bensì cinque piccole statue di legno coperte d’oro che hanno perso l’aspetto originale. Tre dovrebbero rappresentare Buddha mentre le altre due dei monaci. Prima di lasciare il paese voglio provare ad incollare le foglioline d’oro, questa mi sembra l’occasione buona. Con 5.000 kyats ( circa 4 €) si acquista una confezione dove si trovano dieci quadratini d’oro, diciamo 2 cm x 2 cm, sottilissimi che se si toccano con le mani si sfaldano. le foglioline, supportate da foglietti di carta, vanno dolcemente appoggiate sulle statue e poi pressate, in questo modo vengono definitivamente fissate alla statua. Le dieci foglioline le suddivido con Chit e Kristian, una la conservo di ricordo. Naturalmente l’offerta dell’oro alle statue è di competenza esclusivamente maschile mentre alle donne è vietato. E ciò viene dichiarato con tanto di cartello in due lingue: birmano e inglese. Questo tempio ha anche una imbarcazione sacra tramite la quale le cinque statuette vengono trasportate attraverso tutti i villaggi del lago. Visitiamo anche una fabbrica di tessuti dove si utilizzano ancora vecchi arcolai e telai manuali. Rientriamo in città, la sera grande festa di compleanno.

Kalaw

La visita di Bagan è stata davvero molto interessante e piacevole ma l’avventura continua. Partiamo in pullmino la mattina presto, due ore di viaggio tra risaie e coltivazioni di ortaggi. Dopo circa due ore troviamo le montagne. Arriviamo al Mount Popa, una ripida roccia di origine vulcanica sulla cui vetta è stato costruito un piccolo tempio buddista. Per raggiungerlo occorre salire 770 scalini ! Preferiamo visitare i due piccoli templi del villaggio. Qui per tradizione, oltre a Buddha, si venerano anche gli spiriti che sono basati su personaggi umani con tutti i loro pregi ma anche i difetti. Dietro ad ogni spirito c’è una storia o una leggenda. Entriamo nel semplice tempio e troviamo 37 statue raffiguranti gli spiriti. Al centro una donna con una strana passione d’amore, ci sono anche bambini e ragazzi. Ogni statua riceve offerte, soprattutto fiori e soldi. Tutte le statue hanno banconote nelle loro mani. La più strana di tutte si riferisce ad uno spirito che amava giocare d’azzardo e bere e difatti viene venerata da giocatori e bevitori. Tra le mani tiene dei soldi ma sulle braccia gli hanno appeso delle bottiglie di whisky. Più avanti un secondo tempio con una statua raffigurante un elefante bianco che trasporta uno spirito con mantello marrone e turbante arancione, protetto da un ombrello bianco. La strada prosegue attraversando una zona di origine vulcanica e si snoda tra montagne verdi. E’ piuttosto stretta, la velocità media è bassa perché ogni ponte ed ogni incrocio con un altro mezzo sono un rallentamento. Occorrono altre sette ore per raggiungere Kalaw, centro della regione Shan. Arriviamo giusto in tempo per assistere ad una festa tradizionale che si tiene annualmente. La festa delle luci e dei fuochi. E’ già sera e al buio incomincia a sfilare una lunga processione allegra e festosa. Bambine e ragazze sfilano su due file con lampade tra le mani, ragazzi suonano vari strumenti: gong, tamburi e fanno un gran casino. Grida ed urla d’allegria. Il corteo è arricchito da semplici carri illuminati che vengono portati a spalla dai giovani o trainati da motorini. Immancabili i fuochi artificiali. Naturalmente ai lati del corteo una grande folla, praticamente tutto il paese è sul percorso. La serata si conclude in un ristorante posto in una antica casa di legno, un bel ambiente che induce tranquillità. Il giorno successivo escursione tra le montagne, raggiungiamo la zona su un furgoncino. La passeggiata inizia attraversando un piccolo monastero e poi arriviamo presso una scuola. Nella classe dei più piccoli si stanno studiando le lettere dell’alfabeto ed i bimbi intonano una cantilena mentre i più grandicelli stanno contando dei cubetti disegnati su dei fogli volanti, il risultato della somma viene riportato con la matita su dei semplici quaderni. Proseguiamo tra le montagne ricoperte da una folta vegetazione, girasoli e fiori rossi. Dopo circa tre ore di cammino arriviamo al villaggio Minka della tribù Palaung. Questo villaggio conta circa ottocento abitanti, i Palaung sono complessivamente circa 500.000. Secondo le regole tribali ci si può sposare solo tra appartenti alla tribù, in caso contrario bisognerà vivere fuori dai villaggi. Le donne vestono ancora abiti tradizionali molto colorati e portano un copricapo. Le case più tradizionali sono ancora delle palafitte in legno col tetto di paglia ma ormai si costruisce col cemento. Noi siamo accompagnati da una guida locale , che tra l’altro è un esperto conoscitore di piante ed erbe, che sa parlare l’idioma tribale. Ci fermiamo per un the in una casa in legno dove la signora che ci ospita vende qualche prodotto artigianale. Proseguiamo la passeggiata per un’altra ora e ritroviamo l’asfalto. Dopo un veloce pranzo rientriamo a Kalaw. La sera la temperatura si abbassa parecchio, siamo a circa 1200 metri slm. Cena in un ristorante nepalese.

Che festa di compleanno !

Innanzi tutto vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno inviato gli auguri di buon compleanno, ringrazio anche chi non lo sapeva e chi se ne è dimenticato. Quest’anno il 2 dicembre è stato davvero  un giorno speciale. Una giornata di navigazione sul lago Inle col cielo azzurro e serata di festa. I miei compagni di viaggio ed il nostro accompagnatore Chit mi hanno fatto commuovere. Cena italiana in un ristorante locale con forno a legna per la pizza, macchinetta italiana (come quella che ho a casa io) per tirare la pasta fresca, una confezione di Grana Padano DOP ancora sigillata e ragù di carne pronto in pentola. Eccezionale ! Ho fatto i miei complimenti al titolare, assolutamente meritati. Per cena quindi due pizze, una porzione di tagliatelle fresche con le melanzane e due col ragù (tagliatelle with bolognaise). Tutto annaffiato da vino rosso birmano. E poi ad un certo punto si spengono le luci in sala e Chit arriva con una bellissima torta con panna e frutta con la scritta: Happy Birthday Oscar. Attorno quattro candeline che ho spento con un soffio. Non so da quanti anni non festeggio con torta e candeline, l’ultima volta deve essere stata per i miei 50 anni. In aggiunta trovo anche un pacco regalo, lo apro e trovo un bellissimo cappello di paglia, tipo Panama, lo stesso che stavo ammirando la mattina. Ancora grazie a tutti. Ringrazio anche GAdventure che ha gentilmente offerto la serata.