Partiamo la mattina in macchina con autista. Lasciamo Jogja ed incontriamo le risaie circondate da palme, poco prima di arrivare a Borobudur riusciamo a scorgere il cono grigio del vulcano Merapi. Dopo circa un’ora arriviamo a Borobudur, sito archeologico protetto dall’UNESCO. Questo è il più colossale monumento buddista dell’Indonesia e risale a circa 1200 fa. Abbandonato in seguito al declino del buddismo viene ricostruito una trentina d’anni fa in quanto stava sprofondando nel terreno. Ora si può ammirare in tutta la sua imponenza: due milioni di blocchi di pietra perfettamente lavorata, una base quadrata di 118 metri per lato con sei terrazze quadrate e sovrapposte ed altre tre rotonde. Quattro scalinate consentono di salire fino all’ultima terrazza. Una perfezione geometrica che mozza il fiato. Lungo le terrazze stupa molto particolari con spazi vuoti a forma quadrata, altri scoperti che contengono statue del Buddha. Complessivamente ci sono oltre 500 statue mentre le pareti sono ricoperte da oltre 1200 pannelli decorativi in bassorilievo molto ben conservati che riproducono i testi sacri. Ma lungo le terrazze ci sono anche tanti, tanti visitatori, quasi esclusivamente indonesiani. Molti sono studenti in gita scolastica, allegri, sorridenti, che ci chiedono di fare fotografie con loro. La cosa è divertente ma alla fine le richieste sono eccessive. Riprendiamo il viaggio in auto e ci portiamo verso il Gunung (vulcano) Merapi attraverso un verde lussureggiante. La strada sale lungo il vulcano ma il cielo è sempre più grigio. Quando arriviamo al punto dal quale iniziano le escursioni in fuoristrada facciamo una breve passeggiata ma la vista è nulla. Ripartiamo, un’altra ora e mezza d’auto e sosta per il pranzo in un ristorante i cui tavolini sono sistemati in una larga capanna con il pavimento in legno e gli scalini in canna di bambù. Mangiamo un ottimo pesce grigliato, noodles con pollo e non ci facciamo mancare gli involtini fritti, molto croccanti. Ora è la volta di Prambanan, anch’esso protetto dall’UNESCO, tempio induista che risale al IX secolo ma forse la sua storia è più antica. Quattro templi principali ed altri di più piccole dimensioni. Il primo, alto 47 metri, è dedicato a Shiva, seguono quelli dedicati a Vishnu, Brahma e Sewu. Tutti hanno una scalinata che porta all’interno dove si trovano le statue delle divinità, notevole quella di Shiva. Anche qui si ripetono le fotografie con turisti e con studenti in gita. Scatto una foto ad un gruppo di ragazze e sorridendo dico loro “You are so beautiful”, seguono urla e risate che mi divertono molto. Andiamo verso l’uscita e rapidamente il cielo si fa minaccioso, nuvoloni neri con le ultime luci del giorno ed i templi che si stagliano nel cielo. La vista è bellissima ma inizia a piovere sempre più intensamente. raggiungiamo l’auto e rientriamo in città. Il temporale è passato, qualche acquisto e chiudiamo la giornata con una buona cena in un ristorante dove si inaugura una mostra di quadri. Ciò conferma che Jojakarta è una città d’arte ma i quadri esposti sono bui, tetri e di nessun interesse.