La visita di Bagan è stata davvero molto interessante e piacevole ma l’avventura continua. Partiamo in pullmino la mattina presto, due ore di viaggio tra risaie e coltivazioni di ortaggi. Dopo circa due ore troviamo le montagne. Arriviamo al Mount Popa, una ripida roccia di origine vulcanica sulla cui vetta è stato costruito un piccolo tempio buddista. Per raggiungerlo occorre salire 770 scalini ! Preferiamo visitare i due piccoli templi del villaggio. Qui per tradizione, oltre a Buddha, si venerano anche gli spiriti che sono basati su personaggi umani con tutti i loro pregi ma anche i difetti. Dietro ad ogni spirito c’è una storia o una leggenda. Entriamo nel semplice tempio e troviamo 37 statue raffiguranti gli spiriti. Al centro una donna con una strana passione d’amore, ci sono anche bambini e ragazzi. Ogni statua riceve offerte, soprattutto fiori e soldi. Tutte le statue hanno banconote nelle loro mani. La più strana di tutte si riferisce ad uno spirito che amava giocare d’azzardo e bere e difatti viene venerata da giocatori e bevitori. Tra le mani tiene dei soldi ma sulle braccia gli hanno appeso delle bottiglie di whisky. Più avanti un secondo tempio con una statua raffigurante un elefante bianco che trasporta uno spirito con mantello marrone e turbante arancione, protetto da un ombrello bianco. La strada prosegue attraversando una zona di origine vulcanica e si snoda tra montagne verdi. E’ piuttosto stretta, la velocità media è bassa perché ogni ponte ed ogni incrocio con un altro mezzo sono un rallentamento. Occorrono altre sette ore per raggiungere Kalaw, centro della regione Shan. Arriviamo giusto in tempo per assistere ad una festa tradizionale che si tiene annualmente. La festa delle luci e dei fuochi. E’ già sera e al buio incomincia a sfilare una lunga processione allegra e festosa. Bambine e ragazze sfilano su due file con lampade tra le mani, ragazzi suonano vari strumenti: gong, tamburi e fanno un gran casino. Grida ed urla d’allegria. Il corteo è arricchito da semplici carri illuminati che vengono portati a spalla dai giovani o trainati da motorini. Immancabili i fuochi artificiali. Naturalmente ai lati del corteo una grande folla, praticamente tutto il paese è sul percorso. La serata si conclude in un ristorante posto in una antica casa di legno, un bel ambiente che induce tranquillità. Il giorno successivo escursione tra le montagne, raggiungiamo la zona su un furgoncino. La passeggiata inizia attraversando un piccolo monastero e poi arriviamo presso una scuola. Nella classe dei più piccoli si stanno studiando le lettere dell’alfabeto ed i bimbi intonano una cantilena mentre i più grandicelli stanno contando dei cubetti disegnati su dei fogli volanti, il risultato della somma viene riportato con la matita su dei semplici quaderni. Proseguiamo tra le montagne ricoperte da una folta vegetazione, girasoli e fiori rossi. Dopo circa tre ore di cammino arriviamo al villaggio Minka della tribù Palaung. Questo villaggio conta circa ottocento abitanti, i Palaung sono complessivamente circa 500.000. Secondo le regole tribali ci si può sposare solo tra appartenti alla tribù, in caso contrario bisognerà vivere fuori dai villaggi. Le donne vestono ancora abiti tradizionali molto colorati e portano un copricapo. Le case più tradizionali sono ancora delle palafitte in legno col tetto di paglia ma ormai si costruisce col cemento. Noi siamo accompagnati da una guida locale , che tra l’altro è un esperto conoscitore di piante ed erbe, che sa parlare l’idioma tribale. Ci fermiamo per un the in una casa in legno dove la signora che ci ospita vende qualche prodotto artigianale. Proseguiamo la passeggiata per un’altra ora e ritroviamo l’asfalto. Dopo un veloce pranzo rientriamo a Kalaw. La sera la temperatura si abbassa parecchio, siamo a circa 1200 metri slm. Cena in un ristorante nepalese.