Darjeeling

Il treno per Darjeeling parte puntuale, questa volta però sono in classe Sleeper, una specie di seconda classe degradata. Niente set di biancheria, sei persone per comparto, niente A/C ma siccome si va verso le montagne questo non è un problema. Con me c’è un signore della mia età ed una famiglia che sta andando in vacanza da amici, al fresco. Dopo circa 11 ore di treno a Siguli la linea ferroviaria termina, mi attende un auto mandata dall’albergo. La città dista circa 70 km. Prima si percorre un tratto in pianura poi improvvisamente la strada incomincia a salire con curve e tornanti tra montagne ricoperte da un verde intenso. Qui prevale il the. Di tanto in tanto capita di attraversare le nubi. la strada si fa stretta, ogni incontro con un altro mezzo è un rallentamento se non uno stop. I clacson si usano in continuazione. Salendo si incominciano a vedere i primi segnali del buddismo tibetano: tempietti, stupa, bandiere colorate. A Kurseong incrociamo il Darjeeling Himalayan Railway, un trenino soprannominato Toy Train con lo scartamento di soli 60 cm. Un treno storico ora protetto dall’UNESCO. C’è una versione diesel ed una a vapore, entrambe lente, entrambe molto particolari. La linea ferroviaria attraversa la strada più volte, ad ogni attraversamento il traffico si blocca. Si creano lunghe file di fuoristrada che cercano il modo di alternarsi (senza una logica) lungo la stretta strada. Salendo la temperatura si abbassa e la mia maglietta estiva non è più sufficiente. Dopo oltre tre ore di auto arrivo in città. Darjeeling è situata a circa 2.200 metri di altezza ai piedi del Monte Khangchendzonga (8598 metri slm, il terzo al mondo per altezza). Costruita su un ripido versante della montagna, ha due strade parallele che la percorrono ed una marea di negozi e negozietti. Pernotto all’interno di una piantagione di the in una casa nobiliare trasformata in resort. Un bel giardino all’inglese all’esterno, un salotto con divani e camino all’interno, un’area pranzo anch’essa con camino. Le camere per gli ospiti sono quattro, a me viene assegnata la Himalayan Suite. Trovo in albergo due coppie tedesche con le quali faccio amicizia. la sera ci raggiunge anche il padrone del locale e della vasta piantagione circostante, fabbrica annessa. Un vero boss ma anche molto umano e, almeno con noi, amichevole. Le serate in compagnia sono piacevoili. The ma anche vino rosso (offerto), cene vegetariane, chiacchere in assoluta libertà. Però fa freddo, un vetro è rotto, arriva aria gelida, il fuoco del camino non è sufficiente a riscaldare l’ambiente. Cibo caldo e vino aiutano a star meglio. Un giorno lo dedichiamo al the. Tutti in compagnia andiamo a visitare la fabbrica poi in fuoristrada ci accompagnano nella piantagione dove è stato preparato un tavolino con ombrellone. E’ fresco ma il sole batte forte. Si fa un brunch vegetariano accompagnato da the, frutta e succhi. Tutto intorno solo piante di the. Qui e là macchie colorate, sono le donne che raccolgono le preziose foglie di the. Le raccoglitrici hanno una gerla tenuta da una striscia di stoffa avvolta attorno alla fronte. Alla consegna in fabbrica il raccolto sarà pesato e se sarà superiore ai 4 kg la raccoglitrice riceverà un compenso extra. Darjeeling produce il 25 % del the indiano, è famosa in tutto il mondo per la sua ottima qualità. Questa azienda da oltre 20 anni fa coltura biologica e produce molte specie di the. Abbiamo il verde, il masala (molto speziato) e tanti altri sapori e colori ma tutti provengo dalla stessa foglia di the ! Ci viene anche preparato un assaggio delle diverse tipologie. Nel pomeriggio tre ore di passeggiata tra la ripida piantagione. E’ soleggiato ma il vento è fresco. Il cielo è a tratti nuvoloso e le montagne che dovrebbero fare da sfondo, purtroppo, non le vediamo. La sera, col buio, è invece piacevole la vista della città illuminata. La notte è fredda, io dormo con coperta e piumino. Il giorno successivo, dopo una bella colazione in giardino sotto l’ombrellone, ci facciamo portare in città. Ci vuole circa mezzora di fuoristrada lungo una salita ripidissima. Andiamo verso la stazione del Toy Train, troviamo posto sulla versione diesel, considerata non turistica. L’esperienza è unica. Il treno si fa largo tra le auto in attesa e sale suonando in continuazione. Costeggiamo case e negozi, sembra quasi di entrarci dentro. A tratti la vista si apre e si domina il panorama della città. Arriviamo alla stazione di Ghom dove scendiamo per andare a visitare un tempio buddista. Torniamo a Darjeeling in auto. Un the per riscaldarci e poi solo vado allo zoo. Lì riesco a vedere un paio di tigri e diversi animali tipici del Bengala. All’interno dello zoo l’interessante Museo dell’Himalaya. Fotografie, la storia della conquista della vetta dell’Everest, ed è molto interessante notare l’evoluzione delle attrezzature dagli anni ’50 ai giorni nostri.

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