Siamo nel caratteristico villaggio di montagna di Abayaneh, vicino a Natanz, provincia di Esfahan. Sveglia alle sei del mattino e pronti a scoprire la shrine (tomba del santo) di Hyazda (o simile). Sono in compagnia di alcuni compagni di viaggio. Mentre ci incamminiamo il sole sorge dietro le montagne. Scendiamo le stradine del villaggio tra le case di color argilla ed attraversiamo il torrente. Il sentiero comincia a salire sul versante opposto. Il percorso l’avevo cercato la sera precedente con Kylie ma con l’arrivo del buio e l’assenza di indicazioni abbiamo desistito. Ora col sole del mattino tutto sembra più semplice. La ragazza dell’albergo ci ha dato qualche indicazione circa il percorso. Il sentiero di terra bianca sale tra la terra brulla. il silenzio è totale, sentiamo solo il rumore dei nostri passi. Solo qualche uccello vola sopra le nostre teste. Siamo convinti di essere sulla strada giusta anche se la mancanza totale di indicazioni ci lascia dei forti dubbi, la volontà di scoprire la shrine non ci fa desistere. Dietro una curva del sentiero appare un cartello col disegno di una cupola verde e scritte in persiano. Ovviamente non riusciamo a comprenderne il testo ma ora sappiamo che siamo sulla strada giusta. Il gruppetto dei cinque curiosi sale, io proseguo ad indicare il percorso. Incomincio a capire che stiamo arrivando a destinazione quando entro in una valletta ombreggiata. Ci siamo ! Tra alcune piante vedo una costruzione squadrata di argilla ed il tetto piano di color bianco. Più su vedo che la costruzione ha un secondo piano. Apro un’antica porta di legno ed entro in un cortiletto che termina a ridosso della parete della montagna. In un angolo c’è un’altra piccola costruzione. Apro una seconda porta antica in legno e si apre davanti a me una piccola sala buia che viene illuminata solo da un’apertura ricavata tra le mura e la roccia chiara. Scavata nella roccia, più sotto, al buio, riesco a vedere il luogo sacro chiuso da una parete di legno intrecciato. Nella piccola sala priva di ogni arredo vediamo alcune vecchie stampe in lingua parsi. Prima di lasciare il luogo le fotografie sono d’obbligo. Vedo visi sorridenti, tutti entusiasti del risultato. Scendiamo per lo stesso sentiero ma ad un bivio prendiamo il sentiero di sinistra. Ora il sole è alto, i colori sono più vivi. Di fronte a noi la bellezza del panorama del villaggio, sullo sfondo le montagne. Proseguendo lungo il sentiero arriviamo al castello, una fortezza sassanide. Si sono conservate solo le mura e le torri che sorgono ai quattro angoli della struttura. All’interno solo terra e sassi. Scendiamo lungo il sentiero, riattraversiamo il torrente e rientriamo nel villaggio che nel frattempo si è svegliato. Due genitori accompagnano i figli a scuola, un vecchio col bastone passeggia, una signora in abiti tradizionali ci incontra e ci saluta sorridendo. Abyaneh resterà a lungo nei miei ricordi.